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Il Milan compie 120 anni, buon compleanno Diavolo

Il 16 dicembre 1899 nasceva il il Milan Football & Cricket Club all’Hotel “Du Nord e des Anglais”: 120 anni a tinte rossonere tra vittorie straordinarie e periodi bui, con campioni inarrivabili e comprimari che si sono passati il testimone tra le quattro epoche d’oro (Rocco, Sacchi, Capello e Ancelotti), gli anni della Serie B e la fine dei ‘casciavit’. Intanto il mondo si chiede: a che punto è il ‘nuovo’ Milan?
A cura di Vito Lamorte
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Proprio in questo giorno, 120 anni fa, nasceva il Milan Football & Cricket Club. A darne notizia fu La Gazzetta dello Sport in un trafiletto del 15 o del 18 dicembre, ma il club stesso fissa la data tradizionalmente al 16 dicembre 1899. Sarebbe facile parlare del carattere internazionale che ha caratterizzato questa squadra, 18 trofei oltre i confini, o citare la dinastia dei Maldini, partita con Cesare, proseguita da Paolo e ora Daniel; ma nella storia del club rossonero sono stati toccati momenti di altissimo prestigio dal punto di vista delle vittorie e da quello strettamente legato alla tradizione "calcistica".

Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari! (Herbert Kilpin)

La prima squadra di Milano ha dato vita a cicli di una bellezza straordinaria che hanno visto susseguirsi svedesi (Gre-No-Li), olandesi ("il Milan dei tulipani") e brasiliani (Kakà, Pato, Ronaldinho, Dida) che, però, avevano sempre una solida base italiana a fare da traino, uomini che sono stati dei simboli come il Golden Boy Gianni Rivera o il Piscinin Franco Baresi e altri che non si sono presi la scena ma che hanno dato il loro contributo partendo da Pierino Prati, Giovanni Trapattoni, Giovanni Lodetti e Fabio Cudicini fino ad Alessandro Costacurta, Filippo Galli, Roberto Donadoni, Gennaro Gattuso e Massimo Ambrosini. 

I soci fondatori del Milan. (fonte Wikipedia)
I soci fondatori del Milan. (fonte Wikipedia)

Le quattro epoche d'oro, la Serie B e la fine dei ‘casciavit'

Le ere indimenticabili del club nato all’Hotel "Du Nord e des Anglais" sono quattro: quella di Nereo Rocco, quella di Arrigo Sacchi, quella di Fabio Capello e quella di Carlo Ancelotti. Il mondo si è inchinato ai piedi del Diavolo per manifesta inferiorità diverse volte e dopo aver conosciuto un maestro di calcio venuto dal Friuli, sempre etichettato ingiustamente come "catenacciaro", ha dovuto prima fare i conti con l'uomo di Fusignano e la "squadra più grande di tutti i tempi" e successivamente con la "forza tranquilla" ma dall'impeto offensivo di un uomo della bassa reggiana, che aveva già conosciuto i colori rossoneri da calciatore. Il ciclo di Capello portò grandi risultati soprattutto tra i confini italici ma rimarrà indimenticabile la notte di Atene e la sonora scoppola rifilata al Barcellona di Johan Cruijff.

Allora, oggi vi leggerò quacche brano tratto da "i' Vangelo secondo Me". Era la prima domenica de i' ggirone di ritorno dell'anno di grazia millenuvecient' sessantadue. Sullo stadio di San Sir' il cielo da sereno di colpo, per incanto, si scurò. Tutti i nuvolon' ner' hann' accuminciat' a scuntrarse, e buttavano saette, lambi, strill', un burdello tremendo dentro il celo, di colpo, dalle nubi squarciat' come da due potenti mani spunta il crapino di Dio – un bell'uomo, sui quarant'anni – che punta il suo indice tremendo su i' ccampo di San Siro e dice: "Gianni Rivera, ciapp' questo pallone, un Tango, e vai in giro per il mondo a insegnare il giuoco del calcio!" (Diego Abatantuono in Eccezzziunale…veramente, 1982)

Dalla prima alla seconda epoca d'oro passò molto tempo e in mezzo vi furono due anni nell'inferno della Serie B, che per un Diavolo dovrebbero essere roba da poco ma non fu così: la prima arrivò a seguito dello scandalo del Totonero e la seconda dopo un fallimentare terz'ultimo posto. Da quel momento in poi finì la storia dei casciavit, che in dialetto milanese vuol dire ‘cacciaviti' ed è il simbolo del proletariato meneghino e iniziò l'era di Silvio Berlusconi. 

Quelli che… i 120 anni del Milan

Sarebbe impossibile per chiunque riuscire a metter insieme tutta la storia del Milan in poche righe ma prenderemo in prestito un artificio linguistico del grande tifoso rossonero, e compianto cantautore milanese, Enzo Jannacci per provare a evitare la tradizionale "caccia all'escluso".

Quelli che nel sangue della Bombonera il Milan è sul tetto del mondo, oh yeh!
Quelli che Shevchenko non è un solo attaccante ma è lo Zar, oh yeh!
Quelli che Hateley decide il derby di Milano, oh yeh!
Quelli che l'intelligenza calcistica di Schiaffino, oh yeh!
Quelli che i Galliani e i riflettori del Vélodrome di Marsiglia, oh yeh!
Quelli che il gol di Muntari, oh yeh!
Quelli che ricordano sempre il sorriso di Stefano Borgonovo, oh yeh!
Quelli che hanno preso Pirlo dall'Inter in cambio di Brnčić, oh yeh!
Quelli che rimpiangono di aver regalato Pirlo alla Juve, oh yeh!
Quelli che hanno sentito parlare del gol di Antonini nel derby del '46, oh yeh!
Quelli che ricordano Chicco Evani battere Higuita su punizione a Tokyo, oh yeh!
Quelli che non parlano volentieri della finale di Istanbul, oh yeh!
Quelli che parlano volentieri della finale di Atene, oh yeh!
Quelli che il rigore di Costacurta a Yokohama, oh yeh!
Quelli che il coast to coast di George Weah contro il Verona, oh yeh!
Quelli che la doppietta di Gianni Comandini nel derby, oh yeh!
Quelli che sono scesi in Serie B una volta a pagamento e l’altra gratis, oh yeh!
Quelli che hanno criticato Montella ma è stato l'ultimo a vincere, oh yeh!
Quelli che Gullit non era l'atleta preferito ma un fratello maggiore, oh yeh!
Quelli che tengono al Milan, oh yeh!

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A che punto è il ‘nuovo' Milan?

Gli anni bui, passati e contemporanei, non potranno scalfire una storia cosi prestigiosa e il mondo non aspetta altro che l'uscita da questo tunnel per rivedere i discendenti dei casciavit riprendersi il loro carattere internazionale. Le infinite trattative per il cambio di proprietà, che ha portato alla ribalta discutibili acquisitori cinesi e successivamente fondi d'investimento americani, sommate alle opinabili scelte tecniche hanno portato ad un'assenza troppo lunga del club rossonero dai palcoscenici che gli competono e vedremo soltanto nei prossimi mesi se la scelta di non partecipare all'Europa League la scorsa estate è stata lungimirante o meno. Intanto ieri, nel giorno della festa, il Milan non è andato oltre lo 0-0 con il Sassuolo. Torna presto Diavolo, ma non farci aspettare troppo.

Il Milan è un fatto culturale, un fenomeno estetico. Il Milan eccede la Materia. È celeste… (Carmelo Bene, tifoso rossonero)

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