Il metodo Juventus smascherato dalle intercettazioni: “L’ho detto a Paratici, stiamo esagerando”
Le dimissioni di Andrea Agnelli e dell'intero Cda della Juventus hanno dato il via a un escalation di dettagli e retroscena riguardanti l'inchiesta Prisma portata avanti dalla Procura di Torino che ha portato il club bianconero a optare per questa decisione. Plusvalenze fittizie e la sospetta "manovra stipendi" alla vigilia dell'approvazione del nuovo bilancio: tutti iscritti nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di falso in bilancio e false comunicazioni che vedrà presto le notifiche di rinvio a giudizio per molti. Il terremoto che ha colpito la Vecchia Signora è paragonabile a ciò che accadde 16 anni fa, quando nel 2006 lo scandalo Calciopoli vide la squadra campione d'Italia retrocessa d'ufficio in Serie B. Fu proprio da quel disastro che dalle ceneri Andrea Agnelli, supportato da Marotta e dal genio di Antonio Conte, riuscirono a costruire una squadra imbattibile e uno stadio di proprietà: binomi perfetti per vedere la Juventus davanti a tutti in Italia quasi per dieci anni.
Gli anni pre e post Covid hanno però creato delle spaccature interne al club, dovute forse anche all'acquisto di Cristiano Ronaldo. Questioni tecniche ed economiche, che emergono dalle intercettazioni della Procura datate 22 luglio 2022 che sono praticamente arrivate al termine dell‘inchiesta Prisma che ha indagato sui conti del club dal 2018 al 2021. Le plusvalenze effettuate dalla Juve sono il nocciolo della questione e Fabio Paratici la mente dei presunti raggiri. In un'intercettazione ambientale, Federico Cherubini, attuale ds dei bianconeri, si confidò con Stefano Bertola, ex direttore finanziario della Juventus durante un pranzo in un ristorante esclusivo di Torino: "Con Fabio non si poteva ragionare – si sente dall'intercettazione – Finché c'è stato Marotta gli metteva un freno. Quando è andato via ha avuto carta libera".
Cherubini era quasi stupito da quanto visto in questi anni e praticamente serve ai pm l'assist per dare il via definitivo all'inchiesta. A Bertola ha spiegato ogni tipo di dettaglio: "Fabio si poteva svegliare la mattina e firmare 20 milioni senza che nessuno gli dicesse niente – aveva detto – Io gliel'ho detto più volte: qui stiamo esagerando. Cioè è una modalità lecita ma hai spinto troppo. E lui rispondeva: ‘a noi non importa. O fai 4 o fai 10, nessuno ti può dire nulla'". Cherubini era preoccupato per questa situazione e non si fidava di questa troppa superficialità: "In 15 anni ricordo solo una situazione così brutta, Calciopoli – ha aggiunto – Lì ci davano addosso tutti, qui ce la siamo creata noi". Parole raccolte dal pool di magistrati dell’inchiesta Prisma guidata da Ciro Santoriello, Mario Bendoni e l’aggiunto Marco Gianoglio che hanno indagato sui conti del club in quegli anni prima e dopo il Covid.
Oltre 3 ore di conversazione tra l’ex dirigente Bertola (che è tra i 16 indagati) e Federico Cherubini, che ha anticipato anche la vicenda relativa al "libro nero di Paratici" trovato nelle perquisizioni (datato marzo 2021) da cui è emersa anche la famosa "carta Ronaldo". Ma non è finita qui. Il sistema plusvalenze "ideato" da Paratici è stato esaminato anche a seguito delle parole pronunciate da Stefano Cerrato, successore di Bertola come Cfo, che parla dello scambio Aké-Tongya col Marsiglia ("Tanto la Consob la supercazzoliamo"), e poi con un revisore dei conti (Roberto Grossi di Ernst & Young) della memoria preparata per la Consob sullo scambio Pjanic-Arthur.
Era necessario capire cosa rispondere a tale proposito. "Penso che sarebbe opportuno dargli un riferimento di principio contabile o di qualcosa, cioè posso io supercazzolarli in modo più raffinato? – si evince dall'intercettazione in cui revisore dava anche dei suggerimenti – Non usare il termine ‘aleatorietà' che è troppo forte, meglio ‘soggettività'". E ancora: "Non dite che non usate Transfermarkt, dite che qualche volta lo usate". Parole che confermano dunque le ipotesi della Procura di Torino pronta a sferrare a mettere le richieste di avvisi di garanzia nei confronti delle persone indagate.
Dalle mail inoltre risulterebbe che Claudio Chiellini, fratello di Giorgio, fosse una sorta di contachilometri delle plusvalenze: dal 27 maggio al 30 giugno 2020 sarebbero stati fatti scambi per 66,3 milioni, che avrebbero consentito di non esporre un patrimonio netto negativo. Paratici dunque al centro di una vicenda che potrebbe coinvolgere anche altri due club come Atalanta e Genoa. A tal proposito fu proprio Maurizio Arrivabene in un'intercettazione a svelare un dettaglio giudicato fondamentale solo pronunciando una frase: "Sappiamo bene cosa dobbiamo all’Atalanta…".