Il messaggio della famiglia sulla magia del calcio di Pelé: “Ha fermato una guerra”
La morte di Pelé chiude uno dei capitoli più belli della storia del calcio mondiale. O Rey, Perla Nera aveva 82 anni. Erano i nomi con i quali era conosciuto Edson Arantes do Nascimiento, la stella più bella e luminosa del calcio brasiliano. Chi era più forte, lui o Maradona? La risposta che l'ex campione del mondo (lo sarà per tre volte) dava è la riprova ulteriore della sua grandezza: "La gente discute di Pelé e Maradona. Per me il migliore è stato Di Stefano".
Un tumore al colon non gli ha dato tregua, le sue condizioni di salute si sono aggravate nel corso degli anni fino all'ultimo ricovero avvenuto il 29 novembre scorso. In ospedale è rimasto circondato fino alla fine dall'affetto della famiglia che si è trasferita lì per essergli accanto nel momento più duro e triste.
Molto toccante la foto condivisa sui social dalla figlia, Kyle: le mani dei suoi cari sfiorano quelle di Pelé a testimonianza di un legame che non si spezzerà mai. "Tutto quello che siamo lo dobbiamo a te", è la frase a corredo dell'immagine che mette fine anche alla sofferenza e allo stillicidio di questi giorni.
O Rey verrà sepolto a Santos, nello Stato di San Paolo e, soprattutto, la città dove giocava la squadra di cui ha indossato la maglia per quasi 20 anni. La famiglia chiederà al club, che nei giorni scorsi aveva modificato anche il suo stemma inserendo una corona sullo scudetto, che venga ritirata la casacca numero dieci.
L'ispirazione e l'amore hanno segnato il viaggio del re Pelé, serenamente scomparso oggi – si legge nel post condiviso sul profilo Instagram dell'ex calciatore -. Nel suo viaggio, Edson ha incantato tutti con il suo genio nello sport, ha fermato una guerra, ha svolto attività sociali in tutto il mondo e ha diffuso quella che più credeva essere la cura per tutti i nostri problemi: l'amore. Il suo messaggio vivente diventa un'eredità per le generazioni future. Amore, amore e amore, per sempre.
Tra leggenda e mistero la magia e il potere del calcio (e della fascinazione di Pelé) è legata anche un episodio raccontato quasi com un miracolo compiuto da o Rey. Il riferimento è al conflitto separatista scoppiato in Nigeria che risale al 1969. Il Santos, invitato per un'amichevole, vince per 2-1 contro una selezione del Paese a Benin City, nei pressi del confine con la regione separatista del Biafra. In quell'occasione la guerra si fermò per vedere in campo Pelé. È la storia tramandata dalla comunità santista e in tutto il Brasile. La tregua durò tre giorni poi tuonarono di nuovo i cannoni.