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Il mercato in famiglia tra Udinese e Watford: scambi e crediti nel triangolo dei Pozzo

Un triangolo internazionale che tocca il Friuli, l’Hertfordshire e il Lussemburgo, dove ha sede la holding che controlla Udinese e Watford, da anni protagoniste di scambi in famiglia nelle varie sessioni di mercato. Oltre ai calciatori, però, i club muovono anche crediti, con soggetti bancari interessati.
A cura di Benedetto Giardina
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Le multiproprietà nel calcio italiano sono espressamente vietate (anche se le deroghe fioccano…), ma tra club italiani ed esteri no. Ne sanno qualcosa a Udine, dove da quasi nove anni la famiglia Pozzo si divide tra l'Udinese e il Watford, acquistato nel 2012 dopo l'incursione in Spagna col Granada. Il club spagnolo è stato ceduto nel 2016 ai cinesi di Desports e di fatto, da quattro anni, gli affari calcistici dei Pozzo si dividono tra il Friuli e l’Hertfordshire, in un triangolo che passa anche dal Lussemburgo: l’Udinese è controllata dalla Gesapar, a sua volta controllata dalla lussemburghese Kalmuna, che ha come solo azionista la Diversify Sport Investment. Inizialmente registrata in Spagna, lo scorso 6 maggio Diversify si è trasferita nel Granducato ed è la controllante di Hornets Investment Limited, ovvero la società proprietaria del Watford.

Gli affari sull'asse Udine-Watford

Tralasciando il triangolo internazionale dei Pozzo, quello che ogni estate salta all’occhio è la quantità di scambi di mercato messi in piedi da Udinese e Watford. Gli ultimi, in questa stagione: Deulofeu, Pussetto e Pereyra, reduci dalla retrocessione in Championship con gli inglesi, sono passati ai bianconeri, che per il resto hanno investito decisamente poco. Scuffet, Balic, Coulibaly, Cristo e Micin hanno fatto rientro dai rispettivi prestiti; i già citati Deulofeu e Pussetto sono arrivati in prestito come Bonifazi; Molina, Arslan e Forestieri sono stati presi dal mercato degli svincolati e l'unico vero investimento è stato fatto per Makengo dal Nizza. Conguaglio ufficialmente non comunicato, ma si aggirerebbe sui 3,5 milioni di euro. Meno di quanto incassato per il riscatto di Pezzella da parte del Parma, messo a bilancio dai ducali per 6,45 milioni di euro totali. Un mercato praticamente a costo zero, tolte le operazioni col Watford.

Operazioni svolte non soltanto in direzione Friuli, però. Il Watford, persi Pereyra, Deulofeu e Pussetto, si è rifatto con Sierralta, Troost-Ekong e Perica a titolo definitivo, più il rientro di Sema dal prestito. Tutti provenienti dal club bianconero, ovviamente. Per gli altri acquisti, la parola d'ordine è costo zero: Ngakia è stato prelevato dagli svincolati, mentre Murray e Garner sono approdati a Vicarage Road in prestito. D'altronde, nonostante il paracadute più ricco d'Europa (circa 100 milioni in tre anni), anche il Watford deve fare i conti con la crisi. La sola retrocessione in Championship dovrebbe portare ad un crollo dei ricavi superiore al 35%, per di più aggravata dalla chiusura degli stadi a causa delle restrizioni adottate in Inghilterra per la pandemia. Anche per questo, dunque, i gialloneri hanno deciso di non fare grossi investimenti in sede di mercato, sfruttando la "parentela" con l'Udinese per i nuovi innesti.

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Udinese-Watford, l'intervento della Football League

Le cinque stagioni trascorse in Premier League hanno indubbiamente aumentato la capacità di spesa del Watford, il cui fatturato non è paragonabile a quello dell'Udinese. Non è un caso, dunque, se la maggior parte delle operazioni a titolo definitivo condotte in questa sessione di mercato dai friulani siano passate dall'Inghilterra. Su tutte, la cessione di Pussetto, tornato a Udine quest'estate in prestito dal Watford, col quale i friulani hanno registrato una corposa plusvalenza nello scorso anno. L'argentino, nel gennaio 2020, è stato infatti ceduto agli inglesi e nel bilancio al 30 giugno 2020 risulta aver portato nelle casse bianconere un conguaglio pari a 8,5 milioni di euro, con una plusvalenza di poco superiore ai 3,9 milioni di euro. Una delle principali plusvalenze dell'ultimo mercato, seconda solo a quella generata dal passaggio di Pezzella al Parma (5,25 milioni di conguaglio, circa 4,09 milioni di plusvalenza). Subito dopo la vendita, però, Pussetto è rimasto a Udine, in prestito.

Tutto lecito, perché non esiste una regolamentazione sui movimenti di mercato tra società appartenenti allo stesso proprietario. Non esiste tra club italiani (e gli esempi non mancano di certo), figurarsi quando il network è internazionale. È anche per questo che praticamente ogni anno, tra Udinese e Watford, gli scambi si sono intensificati. Nel primo anno da proprietari del Watford, i Pozzo hanno rilevato dall'Udinese ben dieci calciatori, tutti in prestito dal club friulano. Per questo motivo, nel 2013, la Football League ha introdotto una regola per limitare i trasferimenti a titolo temporaneo dall'estero: cinque prestiti ammessi in organico e al massimo quattro provenienti da una singola squadra. Ciò non ha fermato la trafila di operazioni: dopo l'introduzione della nuova normativa, il Watford ha riscattato quattro dei dieci prestiti dell'anno prima, prelevando altri quattro giocatori a titolo definitivo e due in prestito. In totale, nuovamente dieci trasferimenti, per un totale di sedici calciatori coinvolti in due anni.

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I crediti vantati dall’Udinese

Dalla stagione 2014/15, è l'Udinese ad aprire le porte a giocatori provenienti dal Watford: il rientrante Faraoni e il giovanissimo Armenakas. L'anno dopo, il mercato percorre nuovamente la strada opposta, con Nyom, Penaranda e Vydra ceduti agli inglesi. Quest'ultimo, nell'estate 2016, passa a titolo definitivo al Watford dopo aver segnato 38 reti in due stagioni. Il suo nome non risulta tra le plusvalenze dell'Udinese nel bilancio del 2016, ma alla voce "crediti commerciali" con la "controparte non indipendente" vengono segnati 18,9 milioni di euro, con debiti pressoché nulli (272 euro). Nel corso degli anni, questo credito si è ridotto a 4,3 milioni di euro, come si evince nel bilancio del 2019. Nel 2020, però, la cifra è praticamente raddoppiata, sfiorando gli 8,9 milioni di euro, con in mezzo il passaggio del cartellino di Pussetto dai bianconeri al Watford. Rapporti che "non comprendono operazioni atipiche e/o inusuali", come specifica correttamente l'Udinese nei propri bilanci, ma che rappresentano un tassello importante per quanto riguarda i movimenti di mercato del club friulano.

Il Watford ha provveduto inoltre a cedere alcuni crediti vantati nei confronti dell’altro club di Pozzo. È il caso dell’operazione Behrami, sempre con l’Udinese in mezzo. Il centrocampista svizzero, nel 2017, è passato dagli inglesi ai friulani per 2 milioni di euro, generando un credito di 1,9 milioni di euro. Tale credito è stato ceduto a Macquarie Bank, che ha dunque anticipato al Watford dei Pozzo la cifra attesa dall’Udinese… dei Pozzo. Un accordo che nel gennaio 2019 risulta essere "pienamente soddisfatto", ma non si tratta dell’unico contratto siglato dal Watford con banche o fondi. Nel settembre 2019 è stato siglato un accordo con Barclays e nel dicembre 2018 con XXIII Capital E Limited per 25 milioni di sterline, ma quello relativo al credito Behrami è l’unico in cui spunta il nome dell’Udinese. D’altronde, che il Watford abbia fatto ricorso a prestiti bancari negli ultimi anni, è ormai noto. Intanto continua a scambiarsi giocatori con la consorella: da una squadra di Pozzo all’altra, come nella scorsa estate e come nelle precedenti sessioni di mercato. Tra plusvalenze e crediti da riscuotere.

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