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Il mea culpa dell’arbitro Valeri: “Quel fallo era da rosso fuoco, a volte si entra in un tunnel”

A distanza di mesi, l’arbitro che era al VAR in Atalanta-Milan, è tornato su uno degli episodi più contestati: la mancata espulsione di Hateboer per l’intervento su Leao.
A cura di Alessio Pediglieri
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Sentire parlare gli arbitri è ancora un evento rarissimo, malgrado in molti oramai insistono a sdoganare anche uno degli ultimi tabù del calcio: così come fanno giocatori, dirigenti e allenatori, si ritiene che dichiarazioni da parte dei direttori di gara nei giorni post partita, siano fondamentali per dirimere ulteriormente le polemiche. Ma al momento non è così e per questo le frasi rilasciate dall'arbitro Paolo Valeri a margine di un appuntamento accademico non possono passare inosservate.

L'argomento, delicatissimo, è l'errore commesso – e oggi ammesso – da parte di Valeri nella sfida di Serie A tra Atalanta e Milan quando, sul finale di partita Hateboer ferma irregolarmente Leao con un intervento scomposto, in ritardo ma soprattutto pericoloso: il piede a martello sulla tibia del portoghese. In quell'occasione, Valeri che era al VAR, non si avvede di richiamare il collega Maresca, arbitro del match che estrae solamente il cartellino giallo. Le immagini e i replay diranno che l'espulsione diretta per l'atalantino era l'intervento disciplinare più consono.

A distanza di tempo e approfittando di un intervento alla Luiss di Roma, per un corso tenuto dal docente ed ex calciatore Guglielmo Stendardo, Paolo Valeri si è soffermato su diversi aspetti che coinvolgono il mondo arbitrale a seguito dell'introduzione della moviola in campo, tra cui proprio l'episodio avvenuto in Atalanta-Milan: "Sull'intervento di Hateober su Leao ho sbagliato e ho commesso un errore. In quel momento ero al VAR, nessuno ha protestato, il giocatore si è rialzato subito e il gioco è proseguito". Tutti elementi oggettivi, ma non sono scusanti e come tali non vengono utilizzati da Valeri: "Quel fallo era da rosso fuoco".

Parole chiare e precise che mettono una pietra sopra ad uno dei classici episodi che hanno tenuto banco nelle ore successive, tra polemiche, accuse e illazioni. Ora, si volta pagina ma la domanda sorge spontanea: e se queste parole Valeri le avesse potute pronunciare rivedendo le immagini già nel dopo partita, pubblicamente? Probabilmente molto livore sarebbe sparito quasi nell'immediato. Dunque, la possibilità di vedere parlare anche gli arbitri potrebbe essere davvero un passo importante verso ulteriore chiarezza. Non come l'introduzione di ulteriori novità, come ad esempio la "chiamata" del VAR da parte degli allenatori.

"Nel VAR controlliamo tutto e al momento non è previsto il challenge da parte delle panchine perché non credo sia un vero deterrente per le polemiche. Quando un arbitro va al monitor dopo una chiamata fatta da parte di un allenatore e decide di confermare la propria scelta, che succederebbe?".  Altra domanda senza risposta, che non permetterebbe ai direttori di gara di trovare la serenità necessaria. "Bisogna essere asettici, dimenticarsi di essere arbitri" ha ricordato Valeri, non come in Atalanta-Milan dove è entrato "in un tunnel, mi sono convinto di una idea e l'ho fatta mia finendo per sbagliare".

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