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Il massacro del Bernabeu, l’ultima volta tra Spagna e Italia: “Demolizione senza precedenti”

Italia e Spagna si sono affrontate l’ultima volta allo stadio Santiago Bernabeu nel 2017, in un match valido per le qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018. La partita è finita 3-0 per le Furie Rosse, che si sono imposte con la doppietta di Isco e il gol di Alvaro Morata. Quella sconfitta è diventata uno spartiacque nel cammino della Nazionale, poiché da quel momento il rapporto tra il c.t. Giampiero Ventura e i giocatori è venuto meno, fino ad arrivare alla sconfitta nello spareggio con la Svezia.
A cura di Valerio Albertini
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2 settembre 2017, l'ultimo precedente tra Italia e Spagna finisce con una sconfitta senza appello per gli azzurri, che perdono 0-3 al Santiago Bernabeu nella partita che, di fatto, sancisce il secondo posto nel girone di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 e il conseguente spareggio con la Svezia, sfida che ci ha visto sconfitti e fuori dal campionato del mondo. In un certo senso, la partita contro le Furie Rosse rappresenta l'inizio della fine per la nostra Nazionale che, circa due mesi dopo, perderà il doppio confronto con la squadra di Janne Andersson, non qualificandosi ai Mondiali per la prima volta dopo più di 50 anni. Sembra passata un'era geologica da quel 2 settembre, ma in realtà sono passati meno di quattro anni.

Il c.t. azzurro era Giampiero Ventura, chiamato a raccogliere la pesante eredità di Antonio Conte e, fino alla partita con la Spagna, le cose per lui e per la Nazionale non vanno male. Il percorso dell'Italia nelle qualificazioni è netto, ad esclusione del match d'andata con le Furie Rosse, terminato in parità. Per questo motivo, l'ex allenatore del Torino sa di dover vincere al Bernabeu per centrare il primo posto nel girone e scongiurare lo spareggio. Queste circostanze e i buoni risultati da cui è reduce l'Italia lo convincono a presentarsi nel tempio del Real Madrid, al cospetto della Roja di Julen Lopetegui, con un iperoffensivo 4-2-4.

Le scelte di Ventura e il tracollo in campo

Ventura è davvero convinto di ciò che fa e non ha paura di affrontare quella che è all'unanimità considerata come una delle più forti selezioni al mondo con due soli mediani, che avranno il compito di arginare i moltissimi palleggiatori della Spagna. Il c.t. schiera i soli Daniele De Rossi e Marco Verratti in mezzo al campo, con Matteo Darmian e Leonardo Spinazzola ad agire da terzini e un attacco a quattro formato da Antonio Candreva, Andrea Belotti, Ciro Immobile e Lorenzo Insigne. Il piano tattico si rivela un fallimento completo: il capitano della Roma e il centrocampista del PSG non riescono mai ad arginare i vari Sergio Busquets, Andres Iniesta, Koke, Isco, David Silva e Marco Asensio, che sono sempre liberi di giocare il pallone e mettere in mostra la loro qualità.

La partita, effettivamente, si rivela un massacro. La Spagna passa in vantaggio dopo 13 minuti con una splendida punizione di Isco e trova il raddoppio al 40′ con un diagonale dello stesso calciatore del Real Madrid. Gli azzurri passano tutto il primo tempo a rincorrere gli avversari ma, all'intervallo, Ventura decide di non cambiare nulla. Nella ripresa l'Italia ci prova di più e si espone alle ripartenze delle Furie Rosse che, in occasione di una di queste, trovano il definitivo 3-0 con Alvaro Morata.

Gli strascichi del match e le parole di Ventura

Per la Nazionale è una disfatta totale e in molti hanno indicato quella partita come la prima nella quale si intuisce che qualcosa, tra il c.t. e il gruppo azzurro, non vada per il verso giusto. I giocatori si sono sentiti mandati allo sbaraglio da Ventura, messi sul campo in modo inadeguato contro una squadra molto più forte, che non hanno potuto affrontare al meglio delle loro possibilità. Il rapporto tra squadra e allenatore, dunque, viene meno ed è lo stesso c.t. a raccontare come il clima intorno a lui fosse peggiorato in maniera netta:

Tutto aveva senso fino alla gara con la Spagna, poi c’è stata una demolizione senza precedenti, un affossamento premeditato mai visto. È iniziata una delegittimazione continua e sono diventato l’unico colpevole di tutti i mali, un pungiball. Il mio errore è stato quello di non essermi dimesso. C’era un clima ostile e i presupposti per perdere contro la Svezia c’erano tutti. Per il bene dell’Italia avrei dovuto fermarmi.

Effettivamente, da quel momento, l'Italia batte a fatica Israele, pareggia clamorosamente con la Macedonia del Nord e vince di misura contro l'Albania. Il clima intorno e all'interno della Nazionale è pessimo e, in questo modo, si arriva alla doppia sfida contro la Svezia, che termina con la mancata qualificazione azzurra ai Mondiali.

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