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Il Marsiglia vuol ridurre gli stipendi, 3 calciatori rifiutano il taglio

Florian Thauvin, Steve Mandanda e Dimitri Payet sono i giocatori che hanno detto no alla decurtazione degli ingaggi proposta dall’Olympique per ridurre i costi a bilancio a causa della crisi economica provocata dall’emergenza coronavirus. Sono pronti alla battaglia legale con il club col rischio che il contratto venga risolto.
A cura di Maurizio De Santis
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L'ultima volta che dei calciatori hanno rifiutato il piano di rientro finanziario di un club sono stati licenziati. Fu il Sion ad "accompagnare alla porta" i dissidenti che s'erano opposti al ridimensionamento del budget con conseguente taglio degli stipendi. Una misura provocata dalla crisi vincolata all'emergenza sanitaria scoppiata per la diffusione dei contagi da covid-19. Succederà la stessa cosa ai dissidenti dell'Olimpyque MarsigliaFlorian ThauvinSteve Mandanda e Dimitri Payet sono i giocatori che hanno detto no alla decurtazione degli ingaggi paventata dalla società. Più che una proposta è sembrata una sorta di "aut aut": per la serie, o accettate di percepire un po' di soldi in meno oppure non c'è alternativa alla risoluzione del contratto. Messi spalle al muro, la reazione è stata di assoluta reticenza.

Thauvin, Mandanda e Payet sono anche i tesserati che hanno l'ingaggio più oneroso per le casse del club, ecco perché meno disposti ad accettare una riduzione consistente e pronti a ricorrere alla battaglia legale per vedere tutelata la loro posizione. Come andrà a finire? Si arriverà allo scontro o troverà un'intesa in considerazione della situazione contingente? Difficile dirlo anche se la linea di tendenza, in Francia come in Europa, è ormai chiara. La maggior parte delle società hanno tutte optato (in alcuni casi anche in maniera abbastanza drastica) per un ridimensionamento dei costi, optando per licenziamenti o forme di cassa integrazione per i dipendenti.

In Serie A è stata la Juventus la prima società a dare una sforbiciata agli ingaggi così da non gravare sul bilancio in chiusura a giugno. Ai bianconeri hanno fatto seguito il Parma (taglio di una mensilità) e la Roma che ha inserito nel piano di rientro anche un aiuto (pagato dai calciatori) per quei dipendenti che rischiano il posto di lavoro.

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