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Il Marocco pronto a ripetere l’impresa, contro il Portogallo: “Siamo il sassolino nella scarpa”

In vista del quarto di finale che nessuno si aspettava contro il Portogallo, il ct Walid Regragui è consapevole che il clima creatosi possa spingere ancora più in là il Marocco: “Abbiamo un continente intero che ci sostiene”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Marocco è pronto a giocarsi l'ennesima partita storica: dopo la conquista epocale dei quarti di finale ai Mondiali in Qatar la nazionale nordafricana non ha più nulla da perdere. Così, la squadra di Regragui si appresta alla sfida contro il Portogallo sapendo bene che, se sulla carta pagherà a caro prezzo un divario tecnico evidente, sul fronte del clima, delle motivazioni e della voglia di sorprendere, non sarà seconda a nessuno. E lo spirito che oramai spira sul Marocco pervade anche la conferenza stampa della vigilia.

Walid Regragui si è presentato puntualmente davanti a decine e decine di giornalisti che oramai stanno seguendo giorno dopo giorno la sua nazionale con lo stesso interesse – e forse ancor più – delle favorite per la vittoria finale di domenica 18 dicembre. Il Marocco dovrebbe rappresentare il classico vaso di coccio tra quelli di ferro eppure la sensazione è nulla sia precluso: il successo ai rigori contro la Spagna, dopo una partita giocata alla pari con le Furie Rosse di Luis Enrique ne è stata dimostrazione. E soprattutto, dalla qualificazione ai quarti, il Marocco è consapevole di una forza ulteriore che può aprire ulteriormente a scenari incredibili: non è solo.

"Proveremo ancora una volta a sorprendere il mondo perché nessuno ci aspettava negli ottavi o nei quarti di finale. Ora abbiamo un'altra partita importante da ricordare ancora di più nella storia" ha esordito il ct del Marocco in conferenza. "Certo,  il Portogallo è il favorito, non lo neghiamo. Vogliono vincere la Coppa del Mondo come lo volevano gli spagnoli. Noi siamo il dito più piccolo della mano, la piccola sorpresa, il sassolino nella scarpa. E se riusciamo a fare quello che abbiamo fatto nel gioco precedente, possiamo sperare. I miei giocatori lo sanno, siamo affamati".

Un guanto di sfida che il Marocco sa di poter lanciare a viso aperto davanti ad una delle Nazionali quotate per il successo finale, ma che ha anche qualche scricchiolio di troppo su cui poter lavorare: "Siamo arrivati ad un punto in cui tutti controllano tutto degli avversari, si sa tutto. Preferirei ovviamente non vedere Cristiano Ronaldo nella formazione titolare, ma hanno grandi giocatori, noi li rispettiamo. Hanno certamente meno punti deboli di noi, ma ne avevano anche la Spagna, la Croazia o il Belgio". Tutte squadre già incrociate dal Marocco, contro le quali non ha mai perso in Qatar.

E contro il Portogallo ci sarà però anche quel ‘quid' in più che potrebbe fare saltare il banco ancora una volta. Se già contro la Spagna il Marocco rappresentava l'ultima ancora del calcio africano e arabo, sabato contro il Portogallo lo sarà ancor più vista l'escalation d'affetto, d'amore e d'appartenenza, palpabile ai mondiali: "Siamo ad un punto in cui c'è stanchezza e qualche infortunio ma non siamo qui per lamentarci. So di poter contare su tutti, noi siamo il Marocco e giochiamo per il nostro Paese. Già pensare di unire col calcio la nostra gente vale più di uno stadio pieno. Ma dietro di noi abbiamo tutto il continente africano e musulmano". Il Portogallo è avvisato: sabato giocherà da solo contro tutti.

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