Il mancato rigore per l’Ucraina spacca lo studio Rai in diretta: “Ne avremmo parlato per due anni”
Il contatto da rigore Cristante–Mudryk è l'episodio chiave che, in pieno recupero, ha fermato il fiato e il battito del cuore degli Azzurri. L'Ucraina guarda l'arbitro Gil Manzano e chiede il rigore, spera che il Var intervenga e gli suggerisca di andare alla on-field-review per verificare meglio la dinamica e poi prendere la decisione giusta. Succede nulla di tutto questo, alla fine è questa la scelta fatta dal direttore di gara sul campo che fa testo. Coraggiosa, in linea col metro di giudizio adottato anche in altri momenti dell'incontro, ma che lascia grandi perplessità.
La domanda è una sola: se fosse avvenuto in Italia, cosa sarebbe successo? Facile, facile immaginare il seguito di polemiche furibonde soprattutto se il caso in questione fosse risultato decisivo (come lo è stato per gli Azzurri) in un match delicato. E ancora: a parti invertite, ovvero se fosse stata la Nazionale a dover recriminare, quali sarebbero stati i commenti e i titoli dei media nostrani? "Ne avremmo parlato per due anni", è l'ammissione sincera del telecronista Rai, Alberto Rimedio.
In diretta il tono della voce s'è fatto improvvisamente greve, timoroso: immaginava che, appena possibile, il direttore di gara avrebbe fermato il gioco per valutare meglio l'azione a bordo campo con l'ausilio delle immagini. Paura durata qualche istante, col sangue gelato nelle vene perché, dirà poi nel collegamento con lo studio della Tv di Stato, "a me quello è sembrato rigore. E anche rivedendo adesso le immagini ho la stessa sensazione. L'arbitro ha deciso così… ci è andata bene. Se fosse capitata a noi una cosa del genere ne parleremmo per due anni".
Alessandro Antinielli e Daniele Adani la pensano diversamente. Sostengono che Mudryk abbia accentuato la caduta e prendono a esempio un'altra inquadratura grazie alla quale Cristante sarebbe scagionato. La tesi è la seguente: al momento del presunto tocco, il giocatore ucraino ha sì anticipato l'avversario toccando palla ma salta non perché sbilanciato bensì per indurre in inganno l'arbitro. In buona sostanza, avrebbe cercato la furbata. Una opzione che non convince Rimedio: sorride sornione e con molta sincerità ribadisce "ci è andata bene". Perché il dubbio che quello fosse rigore si accompagna a uno sbuffo d'ansia per il pericolo sventato.
Cosa era successo? La sviluppo delle immagini racconta che Mudryk, sul cross basso da destra fatto da Zubkov, tocca il pallone in anticipo su Cristante. Il calciatore interviene ma è in ritardo, sembra commettere fallo. L'arbitro fa cenno di proseguire, nulla rilevato di punibile. Zinchenko protesta faccia a faccia col Quarto uomo, la panchina ucraina grida allo scandalo. Il Var resta silente, l'Italia può riprendere a respirare.
Su Sky Sport Giuseppe Bergomi è stato chiaro nell'analisi dell'episodio e ha provato a fornire una riflessione ulteriore: "Il tocco c'è, Mudryk è in anticipo. L'arbitro non gli ha fischiato mai un fallo in tutta la partita, anche per il modo che ha di cadere. Credo sia stata questa la sua valutazione". Poi dice quel che ha in animo: "Io ho pensato… se fosse capitato a noi non so come avremmo reagito. A parti invertite cosa avremmo detto? Il contatto c'è, poco da aggiungere".