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Il Liverpool di Klopp è la squadra perfetta (ma ha un punto debole)

Il Liverpool ha ottenuto 73 punti sui primi 75 in Premier League. Non è la squadra che tira di più, non ha la miglior produzione offensiva, né statisticamente il pressing migliore. Ma Klopp ha costruito un insieme che vale molto più della somma delle singole parti. Van Dijk, Fabinho, Firmino esaltano una squadra flessibile con un totale dominio del campo.
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La perfezione non esiste, dicono. Ma a Liverpool, dopo 73 punti conquistati sui primi 75 disponibili in Premier League, a +22 sul Manchester City, potrebbero non essere tanto d'accordo. Jurgen Klopp, dopo oltre due stagioni di attenta costruzione, ha disegnato una squadra che sublima le imperfezioni individuali e le supera dentro una rete di movimenti coordinati. Non soffocano gli avversari con la ragnatela di passaggi stretti come il Barcellona del miglior Guardiola, ma con la continuità di un ritmo di corsa che diventa insostenibile. Il Liverpool stringe gli avversari come il boa, avvolge nelle spire di un calcio che non concede vie d'uscita. L'esecuzione veloce del possesso e la partecipazione di tutti i giocatori alla fase difensiva per occludere gli spazi evolvono in una combinazione letale.

Completezza e flessibilità

Il Liverpool non è la squadra che segna o tira di più in Premier. Il Manchester City tenta quattro conclusioni in più di media, 17 contro 13. I Reds però tirano meglio, è più alta la percentuale di conclusioni nello specchio, e soprattutto segnano dieci gol in più rispetto agli expected goals prodotti, e diventano così il terzo miglior attacco dei cinque principali campionati europei dietro Manchester City e Atalanta.

I Reds hanno alternato cinque schemi e segnato in tre diversi allineamenti: 50 gol giocando con il 4-3-3, 9 con un 4-2-3-1, uno con il 4-4-2. Questa flessibilità è insieme stile collettivo e individuale. Nel 2-0 contro il Manchester United, Sadio Mané, Mohamed Salah e Roberto Firmino hanno vinto venti duelli, più dei quattro centrocampisti dei Reds messi insieme. Ogni allenatore che voglia giocare con successo un calcio offensivo, infatti, deve occuparsi innanzitutto della difesa e della ri-aggressione. Klopp, cresciuto alla scuola tedesca del gegenpressing, ha convinto Liverpool e stupito l'Europa.

Un esempio delle tattiche flessibili del Liverpool che porta tanti uomini sopra la palla contro il West Ham
Un esempio delle tattiche flessibili del Liverpool che porta tanti uomini sopra la palla contro il West Ham

Alexander-Arnold e Van Dijk, il valore dell'intelligenza

Il pressing alto dei Reds, forti della miglior difesa del campionato e di un centrale come Van Dijk sul podio al Pallone d'Oro, incoraggia Trent Alexander-Arnold a interpretare il ruolo di terzino in chiave decisamente offensiva. È uno dei più evoluti terzini destri d'Europa, supporta il tridente d'attacco e diventa di fatto un regista aggiunto nella fase di costruzione dell'azione. Offre infatti 2.8 passaggi chiave a partite, che mandano un compagno al tiro: il doppio rispetto al terzino sinistro, Andrew Robertson, che però aggiunge una media di 12.5 “passaggi progressivi” (ovvero i tocchi che permettono di far avanzare il gioco e consentono di saltare una linea di pressing) e vince più del 60% dei 5.3 duelli difensivi a partita.

Le palle recuperate da Vanb Dijk contro il Southampton
Le palle recuperate da Vanb Dijk contro il Southampton

Alexander-Arnold ha servito dieci assist, è secondo per cross completati in stagione in Premier League dietro Kevin De Bruyne, resta un quarto attaccante aggiunto al tridente anche a rischio di lasciare la squadra un po' scoperta alle sue spalle in caso di transizione rapida. Alexander-Arnold dilata gli spazi, espande il campo disponibile con una media di 5 passaggi lunghi a partita e la precisione nel tocco di prima diretto nei corridoi di mezzo. Come ha detto lo stesso Alexandrr-Arnold, “nessun bambino sogna di diventare Gary Neville”, che pure è stato uno dei terzini destri più solidi e affidabili nella storia della Premier League.

Alexander-Arnold taglia verso il centro e crossa sul secondo palo per il gol di Firmino a Leicester
Alexander-Arnold taglia verso il centro e crossa sul secondo palo per il gol di Firmino a Leicester

Henderson e Fabinho, mente e cuore dei Reds

La costante ricerca degli inter-spazi tra le linee ha fatto la differenza anche nella sfida delle sfide, contro il Manchester City di Guardiola. Cambi di gioco e densità hanno costretto i Citizens a difendere spesso con cinque o sei uomini negli ultimi trenta metri. Nell'occasione, con e Rodri e Ilkay Gündogan in pressing su Fabinho e Wijnaldum, Klopp ha affidato a Jordan Henderson il ruolo di jolly creativo della squadra. La scelta ha perfettamente pagato. Proprio Henderson, insieme all'equilibratore Fabinho, rappresenta un fattore chiave per la funzionalità degli schemi d'attacco.

Henderson ha sofferto all'inizio ad uscire dal cono d'ombra di Steven Gerrard con veniva costantemente, e per certi verti ingiustamente, confrontato. Con Klopp, ha iniziato a vivere di luce propria. “Se chi segue il iverpool non vede le qualità di Henderson, è un problema suo” ha detto Klopp qualche settimana fa. Centrocampista energico, completo, “ha un meraviglioso ventaglio di qualità utili per un centrocampista” ha scritto Danny Murphy sul sito della BBC.

Contro il West Ham, Henderson completa 130 passaggi su 138: la mappa conferma la sua importanza nel cuore del gioco
Contro il West Ham, Henderson completa 130 passaggi su 138: la mappa conferma la sua importanza nel cuore del gioco

Con l'emergere di Fabinho, che gioca da mediano basso davanti alla difesa e protegge la squadra anche andando a pressare il playmaker avversario, Henderson si è adattato nella posizione di mezzala destra. È un centrocampista box-to-box, che ha esteso il suo raggio d'azione da un'area all'altra. “La sua versatilità è fondamentale: non si limita a tappare un buco, aggiunge qualcosa in ogni posizione in cui gioca” ha aggiunto Murphy. È la spalla sicura con cui Alexander-Arnold dialoga generando superiorità numerica, è tra i primi dieci centrocampisti della Premier League, tra chi ha giocato almeno 900 minuti, per passaggi diretti negli ultimi 30 metri. È veloce quando c'è da pressare, disciplinato quando invece serve mantenere la posizione per schermare le linee di passaggio.

Fabinho in azione contro il Manchester City: si vede come riesca a orientare il corpo per proteggere palla, evadere il pressing e liberare spazio per i compagni
Fabinho in azione contro il Manchester City: si vede come riesca a orientare il corpo per proteggere palla, evadere il pressing e liberare spazio per i compagni

È l'uomo giusto nella squadra giusta: nel centrocampo di una formazione con una difesa più bassa e un maggior ricorso al lancio lungo non troverebbe spazio, non avrebbe di sicuro lo stesso impatto. E questo vale, a maggior ragione, per Firmino. Un attaccante così completo e atipico che ha bisogno di una squadra a suo modo inusuale per esprimersi al meglio.

Firmino il fantasista centravanti

“Roberto è uno dei giocatori più importanti per noi” ha detto il portiere Alisson, come riporta il sito ufficiale del club dopo il successo contro il Tottenham. “Non solo segna quando abbiamo bisogno di lui, viene indietro, e gli piace. Segna tanto e fa giocare la squadra” ha aggiunto. Terzo in termini di produzione offensiva, di expected goals dietro Salah e Mané (sesto e decimo della Premier League), Firmino assorbe gli spazi, li allarga per i compagni attraverso la sua assenza dall'area di rigore. È l'attaccante che non vedi, che fai fatica a marcare, chiedere a Harry Maguire del Manchester United costretto ogni volta a uscire dalla linea difensiva e dalla sua zona di competenza per stargli dietro.

Non lo vedi, non lo senti, ma il suo peso si tocca. Il brasiliano è l'anello di congiunzione tra gli attaccanti che hanno avviato la rivoluzione del ruolo e i suoi prodotti più compiuti della transizione come Raheem Sterling, Jadon Sancho e soprattutto Kylian Mbappé.

L'intelligenza di Firmino che arretra e consente a Salah di infilarsi nello spazio contro il Tottenham: il triangolo con il brasiliano dilata il campo per i Reds
L'intelligenza di Firmino che arretra e consente a Salah di infilarsi nello spazio contro il Tottenham: il triangolo con il brasiliano dilata il campo per i Reds

I possibili punti deboli del Liverpool

Solo il Napoli di Ancelotti è riuscito a inceppare la macchina perfetta del Liverpool. Nel corso della stagione, comunque, i Reds hanno lasciato le tracce di possibili punti deboli, come le occasioni in cui la velocità di circolazione di palla porta a perdere il possesso lasciando la difesa scoperta. Rispetto all'anno scorso, il Liverpool concede agli avversari più tiri (9.13 a partita contro 7.71) che producono 1.25 expected goals per gli avversari rispetto agli 0.85 della passata stagione. Si riduce però la media di passaggi per azione difensiva (9.77 a partita contro 10.17) e per ciascun possesso (3.59 a 3.75, di media).

Contro il Napoli, la disposizione dei Reds in fase di non possesso è stata troppo stretta ma lineare, l'atteggiamento passivo non ha aiutato
Contro il Napoli, la disposizione dei Reds in fase di non possesso è stata troppo stretta ma lineare, l'atteggiamento passivo non ha aiutato

Se si guardano i numeri, il Liverpool non è la squadra che porta il pressing alto più soffocante, consente agli avversari 8.75 passaggi per azione difensiva nella loro metà campo: quattro squadre fanno meglio, compreso il Manchester City. La squadra di Guardiola supera i Reds anche per passaggi completati negli ultimi 30 metri, e questo si spiega con la differenza di stile, e per quelli concessi nella propria trequarti, 80 contro 97. Dunque, quel che sta portando il Liverpool a giocare un campionato praticamente perfetto non è immediatamente misurabile. Sta in quella capacità di occupare il campo per neutralizzare le conseguenze delle relative debolezze ed esaltare gli effetti dei punti di forza.

È una squadra post-moderna e insieme antica, che esalta la curva più passionale dello stadio forse più passionale d'Europa con un sofisticato meccanismo di calcio collettivo. Un calcio socialista, ha detto l'amministratore delegato Peter Moore al Pais a ottobre. Un'ideale, certo, un pezzo di una narrazione un po' idealizzata che rimanda all'epopea di Bill Shankly. Ma con un fondo di verità: è l'interazione delle parti, non il genio del singolo, a far grande una squadra di ottimi calciatori.

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