Il libro “nero” della Juve sui debiti con gli agenti fuori bilancio: “C’ho 450 mila euro per aria!”
"C’ho 450 mila per aria di due anni fa! Devo sistemare quelli e Giorgio lo sa". Giorgio è Chiellini, la persona che parla è il suo procuratore, Davide Lippi, finito nel faldone delle intercettazioni raccolte dagli investigatori che indagano sui bilanci della Juventus. L'agente (non indagato) discute con il direttore sportivo, Federico Cherubini. Caldeggia il pagamento di una commissione ancora pendente che il club deve versare alla sua società (la Reset Group).
È il 27 luglio 2021 ma non sarà l'unico colloquio. Ce ne sarà anche un altro qualche giorno quando, tornando sull'argomento, ribadirà il concetto: vuole le somme che ritiene gli spettino. "Sono due anni che sto aspettando di mettere a posto i soldi vecchi", si riferisce all'onorario per l'affare Spinazzola che passò alla Roma nel 2019 e – in base ai rilievi della Guardia di Finanza, avrebbe generato una sorta di debito fantasma. Il motivo? Il contratto di mandato stipulato con un'altra agenzia e non quella riconducibile a Lippi.
Che fine hanno fatto quelle cifre? Le intercettazioni aiutano gli inquirenti a ricostruire un altro ramo dell'inchiesta sui conti bianconera e sulle anomalie riscontrate nella gestione. La questione viene trattata dai pm con la definizione di "contabilità in nero della Juventus", una specie di libro mastro segreto finito agli atti in seguito alle perquisizioni negli uffici del club.
A quanto ammonta il "nero"? Otto milioni: con ogni probabilità pagati, ma di cui non c'è traccia. Sono spariti nel nulla. È una propaggine del filone principale (se ne fa menzione nelle carte degli inquirenti) e serve a dare forza alle accuse prefigurate nei confronti delle 12 persone rinviate a giudizio (oltre allo stesso club come persona giuridica) oltre a comprovare la tesi della poca trasparenza nella direzione della società.
"E di Giorgio non ha fatto un c****o Davide… le ultime due volte Giorgio l’ho fatto io… quindi non è che…", dice Agnelli a Cherubini che il 1° agosto gli ha sottoposto la questione riferendogli delle pretese del procuratore.
Che fine hanno fatto quei soldi? Sono stati sborsati? Secondo gli inquirenti sì ma attraverso un canale differente, trovando una soluzione alternativa affinché ogni cosa potesse essere accomodata senza intoppi, né ricadute: sarebbero stati spalmati "fittiziamente" sfruttando la cessione di Hamza Rafia alla Standard Liegi.
La conferma sarebbe anche nelle parole di un dipendente della società Reset (Luca Albano, non indagato): "Ho visto il mandato per Rafia, grazie… insomma si comincia a vedere qualcosa…". Ma è nella prima ammissione del direttore sportivo, Federico Cherubini, che i pm trovano lo spiraglio sul quale insistere: "Sì, sono a conoscenza di questa pratica".
Ovvero annotare tutto in un documento che annovera due voci essenziali: i crediti da onorare a corredo delle operazioni mercato e l'opzione migliore per onorarli. In questa agenda secondo gli inquirenti figurerebbe un'esposizione debitoria fantasma risolta con "mandati artificiali" per estinguere pendenze accumulate nel tempo scaricando il debito su altre transazioni.