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Il lato burbero di Gasperini: “C’è una cosa in particolare che mi manda fuori di testa”

Il tecnico dell’Atalanta parla di un nervo scoperto, che non sono (solo) gli arbitri ai quali concede l’attenuante di un regolamento poco chiaro. “Il giocatore che si tuffa senza essere stato nemmeno toccato mi fa incazzare di brutto”.
A cura di Maurizio De Santis
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Gasperini ha spiegato in un'intervista cosa lo manda in bestia veramente.
Gasperini ha spiegato in un'intervista cosa lo manda in bestia veramente.

Le inquadrature su Gian Piero Gasperini spesso tradiscono labiali da rischio squalifica. Ma il tecnico dell'Atalanta è così, prendere o lasciare: schietto, verace, non le manda a dire e se deve alzare la voce (perché ritiene sia giusto farlo) lo fa senza porsi troppi problemi anche se di fronte a sé ha un arbitro. Ma c'è una cosa in particolare che lo fa andare in bestia ed è una sorta di nervo scoperto: non sopporta i furbetti delle simulazioni.

Fa parte del personaggio e del suo lato più ruvido, burbero e sopra le righe quando l'adrenalina delle partite gli fa brutti scherzi. Lui, però, ridimensiona questa leggenda metropolitana che tende a dipingerlo come intrattabile e dal carattere fumantino.

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"Ma questa è una leggenda… – dice il tecnico dell'Atalanta al direttore del Corriere dello sport, Ivan Zazzaroni -. Non è che sono incazzoso sempre. Semmai sono stronzo con gli stronzi e buono con i buoni. La verità è che non tollero le ingiustizie e i soprusi".

La parolina arbitro gli fa drizzare le antenne ma sarebbe sbagliato ridurre le asperità del suo modo di stare in campo solo al rapporto coi direttori gara per le decisioni che prendono. Anzi, Gasperini offre una chiave di lettura interessante quando parla di normative poco chiare, attuazione confusa dei regolamenti tali da mettere in difficoltà gli stessi fischietti che si trovano spesso di fronte a interpretazioni contraddittorie.

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"Devo ammettere che il loro è diventato un mestiere impossibile. E credo sia colpa del regolamento che troppo spesso non è chiaro". E qui Gasperini cita due esempi di campo: le valutazioni su contatti e falli di mano. "Non si capisce più nulla. Troppe interpretazioni dissimili e differenze palesi tra quello che avviene in Italia e quello che accade in ambito internazionale. In serie A e nelle coppe si giocano due differenti sport".

Il ragionamento viene completato con il riferimento all'attualità degli Europei: "Il Var è intervenuto pochissimo, mentre da noi arbitra spesso. Le decisioni del Var vanno disciplinate una volta per tutte".

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Se la questione arbitri è un nervo scoperto ma tutto sommato sotto controllo quanto a gestione della rabbia (a meno che non capiti qualcosa di eclatante), c'è un'altra cosa che fa esplodere la furia di Gasperini. Questa non la sopporta affatto perché ritiene non vi siano spiegazioni né attenuanti. "È la simulazione. Il giocatore che si tuffa senza essere stato nemmeno toccato mi fa incazzare di brutto. Questo è barare".

Chiesa e Immobile sono alcuni dei calciatori sui quali s'è abbattuta la sua ira funesta. Anche su questo Gasperini precisa: "Se un giocatore induce l’avversario al fallo allora possiamo parlare di abilità. Assai diverso se cade per un respiro. Lo trovo gravissimo. E se un arbitro di campo non sa valutare l’entità di un contatto è meglio che cambi mestiere". 

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