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Il guadagno facile di Messi: milioni dall’Arabia Saudita, purché non dica nulla sui diritti umani

Il New York Times ha avuto modo di visionare il contratto commerciale che lega Leo Messi all’Arabia Saudita: tanti milioni per il fuoriclasse argentino, ma anche una condizione imprescindibile per vederli sul conto.
A cura di Paolo Fiorenza
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Leo Messi ha preso una decisione diversa da Cristiano Ronaldo, rifiutando le centinaia di milioni offertigli per andare a giocare nella Saudi Pro League e optando per la Major League con la maglia dell'Inter Miami. E tuttavia il 35enne fuoriclasse argentino un legame con l'Arabia Saudita che gli porta parecchi milioni sul conto in banca ce l'ha, anche se non di tipo sportivo. Un vincolo che ha avuto ampio risalto quando lo scorso maggio il PSG lo ha sospeso in seguito al suo viaggio non concordato nel Paese mediorientale.

Messi si era recato lì nella veste di testimonial del turismo in Arabia, un rapporto commerciale che era stato reso noto per la prima volta dallo stesso Leo il 9 maggio dell'anno scorso, quando aveva postato un'immagine di se stesso su una barca con la didascalia: "Alla scoperta del Mar Rosso" e l'hashtag #VisitSaudi. Il post, condiviso con i quasi 500 milioni di followers dell'argentino, era stato preceduto di qualche ora dal tweet del ministro del turismo saudita, che aveva preannunciato che quella non sarebbe stata l'ultima visita di Messi nel Paese.

Il medesimo ministro che anche in occasione della visita di quest'anno di Leo ne ha reclamizzato il viaggio in Arabia: "Sono felice di dare il benvenuto a Messi e alla sua famiglia in Arabia Saudita per godersi le magiche destinazioni turistiche e le esperienze autentiche. Diamo il benvenuto a visitatori provenienti da tutto il mondo per vivere un viaggio unico in Arabia Saudita e la sua ospitalità". Il tutto a corredo di foto che ritraevano un felice Messi assieme a moglie e figli.

Fin qui non ci sarebbe nulla di strano nel rapporto tra il calciatore e uno dei suoi tantissimi sponsor, così come nell'importo incassato, visto che parliamo di un sette volte Pallone d'Oro, nonché di uno dei giocatori più forti di sempre e fresco vincitore del Mondiale proprio in Medio Oriente. Ma il New York Times ha avuto modo di visionare il contratto che lega Messi all'Arabia Saudita e oltre alla cifra versata sul conto della Pulce ha appreso anche dell'esistenza di una clausola particolare.

Intanto i soldi: Messi potrebbe ricevere fino a 22,5 milioni di euro in tre anni per fare davvero poco lavoro. Il capitano dell'Argentina è tenuto a fare poche apparizioni commerciali, qualche post sui social (con l'hashtag promozionale indicatogli) e alcune vacanze completamente pagate nel regno saudita assieme alla sua famiglia. Ma il documento consultato dal NYT contiene anche una condizione imprescindibile per il governo locale: Messi non può dire nulla che possa "offuscare" l'Arabia Saudita. Il pensiero ovviamente va alle tante critiche che il Paese ha ricevuto sul tema dei diritti umani, una questione sulla quale Leo deve tenere la bocca chiusa se vuole incassare il ricco bonifico.

Insomma un altro capitolo dell'operazione di ‘sportswashing' con cui l'Arabia Saudita mira a ripulire la sua immagine a livello internazionale usando lo sport – e alcuni atleti top al mondo, come Ronaldo e Benzema portati a peso d'oro nel locale campionato – per far chiudere gli occhi sulla situazione dei diritti umani nel Paese.

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