Il grande spettacolo dei tifosi comprati per i Mondiali in Qatar: “No, quei fans sono veri”
I servizi che avevano sollevato forti perplessità sull'identità dei tifosi che hanno accolto le nazionali in arrivo nel Paese arabo hanno fatto discutere. La più grande messa in scena mai vista, così l'hanno definita i tabloid alimentando il sospetto che quelle folle festanti null'altro fossero che accolite di persone pagate apposta per essere lì, fare da claque. E poco importa se – altro dubbio clamoroso avanzato – addirittura possano essere sempre le stesse (ma indossando maglie differenti a seconda delle selezioni): lo spettacolo deve andare avanti a ogni costo.
In Qatar l'hanno presa male e hanno definito quelle informazioni e quei video divenuti virali bugie. Menzogne raccontate per realizzare uno scoop giornalistico. Qualcosa di "deludente ma non sorprendente". La reazione del Comitato organizzatore dei Mondiali è stata immediata, pacata ma decisa.
Hanno smentito tutto, rispedito al mittente qualsiasi illazione, rinnegato ogni anomalia: una in particolare che era stata segnalata da The Guardian, ovvero l'euforia apparsa artefatta di sostenitori originari del Kerala (India) verso la selezione inglese, quella argentina o brasiliana. Tutti lì a sorridere e a scandire i nomi dei calciatori. Tutti lì, bardati con le varie sfumature, bandiere e striscioni in pugno.
"I tifosi di tutto il mondo – molti dei quali hanno fatto del Qatar la loro casa – hanno recentemente contribuito all'atmosfera locale, organizzando appuntamenti e cortei in tutto il paese e accogliendo le varie squadre nazionali nei loro hotel", si legge in una nota ufficiale che si premura di dare una risposta decisa a chi si è interrogato sull'attendibilità di quelle scene e dei protagonisti. "Numerosi giornalisti e commentatori sui social media si sono chiesti se si tratti di ‘veri' tifosi. Respingiamo completamente queste affermazioni, che sono sia deludenti che non sorprendenti".
Negano tutto anche i diretti interessati. Tra i fans assiepati nei pressi dell'albergo dell'Inghilterra il coro è unanime: "Nessuno di noi viene pagato – dicono -. Il mio giocatore preferito era Beckham, ma ora è Saka. Se qualcuno si offrisse di pagarci per sostenere l'Inghilterra, lo rifiuteremmo. Siamo veri sostenitori".
Qualcosa, però, continua a non convincere nonostante le rassicurazioni da parte degli organizzatori. "Il Qatar, e il resto del mondo, è composto da una vasta gamma di tifosi di calcio che hanno tradizioni diverse, modi diversi di festeggiare. E sebbene questa cosa può sembrare diversa rispetto a quanto accade in Europa o in Sud America, non significa che la passione per il calcio sia meno autentica". Il Comitato ha parlato, parola al campo.