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Il Governo riforma i ricorsi della giustizia sportiva: classifica non cambierà a campionato in corso

All’interno della bozza del decreto legge su pubblica amministrazione e sport c’è una revisione delle norme dei processi sportivi: se ne discuterà giovedì in Consiglio dei Ministri.
A cura di Vito Lamorte
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La classifica non potrà cambiare più durante il campionato in corso: il Governo vuole riformare i ricorsi alla giustizia sportiva e così all’interno della bozza del decreto legge su pubblica amministrazione e sport c’è una revisione delle norme dei processi sportivi. A riportare la notizia è l'agenzia ANSA.

Si discuterà questa bozza giovedì in Consiglio dei Ministri ma oltre questa modifica sono previsti anche altri cambiamenti nel trattamento fiscale delle plusvalenze delle società sportive professionistiche, oltre alla disciplina su mandati e deleghe delle cariche nello sport.

Un chiaro ed evidente richiamo a quanto accaduto recentemente con la Juventus dopo la riapertura del processo sul ‘caso plusvalenze', che ha visto la società bianconera essere penalizzata, poi i punti gli sono stati ridati e infine tolti ancora una volta.

Il ministro Andrea Abodi ha fatto più volte capire di voler arrivare a un intervento che eviti qualsiasi rischio di violare la competitività di un torneo con un’incertezza sul reale stato delle cose in classifica. Nelle prossime ore sapremo meglio se si tratterà di un intervento soft o se davvero sconvolgerà l’attuale normativa.

Il presidente del Coni Giovanni Malagò
Il presidente del Coni Giovanni Malagò

Intanto, nelle scorse ore, Giovanni Malagò in occasione della Giunta Coni si era soffermato sulla credibilità della giustizia sportiva: "La vicenda Juventus, per come si è conclusa, è sicuramente la dimostrazione che la giustizia sportiva ha funzionato a fronte di una collaborazione con la giustizia ordinaria".

Il presidente del Coni, nella conferenza stampa al termine dei lavori, ha incalzato: "È già pronto un documento ma è chiaro che ogni eventuale novità sarebbe proiettata verso la prossima stagione agonistica. C'è un problema di tempi morti, che poi non sono morti perché servono come garanzie per chi deve ricorrere contro una sentenza e chi deve studiare i ricorsi".

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