Il gol di Kvaratskhelia all’Atalanta esalta il radiocronista: “Triplo dribbling, destro pazzesco, è un capolavoro!”
Straordinaria. Dirompente. Fatale. L'azione del gol di Kvicha Kvaratskhelia contro l'Atalanta la guardi in loop e non ti stanchi mai fino al boato del "Maradona" che esplode di gioia. Azioni il rewind, guardi e riguardi, cechi di capire come diavolo ha fatto a muoversi in mezzo a otto calciatori della ‘dea'. Sette difensori più il portiere gli si parano davanti. Lo braccano e provano a murarlo. Ma cadono come birilli. Ne mette a sedere con un gioco di gambe e di piedi, di finte snervanti sublimate da quell'improvviso tocco di esterno che ruba il tempo e trova lo spazio che basta per battere a rete con un destro potente.
In quella selva di maglie e di stinchi il georgiano di esibisce in uno slalom stretto con la palla che gli resta incollata sui piedi. Imprendibile. Incredibile. Inarrestabile. Il boato del pubblico di Napoli spazza via (anche) tutte le ansie per un primo tempo chiuso sullo 0-0 che un po' sembrava ricalcare il copione della sfida contro la Lazio: dopo Sarri anche Gasperini snatura le caratteristiche della sua squadra.
Sa bene che per resistere alle percussioni continue degli azzurri, agli attacchi che si abbattono a ondate, ha solo una possibilità: piazzare cavalli di frisia a centrocampo e trincerarsi a difesa del forte, tentando la sortita appena possibile. Non ne avrà il tempo, la rete di Kvaradona (com'è stato ribattezzato dai partenopei) sprigionerà energie tali da mandare in tilt l'Atalanta.
Victor e Kvicha. È sull'asse dei due talenti più brillanti che il Napoli costruisce la vittoria in un match delicato perché arrivava dopo il ko inopinato contro la Lazio, perché di lì a pochi giorni c'è il ritorno di Champions League che può regalare un'altra notte magica con la qualificazione ai quarti storica, perché lo scivolone dell'Inter a La Spezia riporta la formazione di Spalletti a +18, perché il rumore dei nemici (quelli che per usare le parole del tecnico "erano già lì ad azzannare la preda") è sovrastato dai cori dello stadio e dalla personalità di un gruppo che vuole e può sognare.
"L'astronave azzurra fa rotta verso le stelle", dice Francesco Repice dopo il raddoppio di Rrahmani. Ma è al gol del georgiano che la radiocronaca sale di tono. Non è la prima volta che accade, il giornalista Rai si esaltò anche in occasione del match di Champions con l'Ajax, quando Kvara tirò fuori dal cilindro un altro colpo di prestigio. "Forse ho esagerato", disse allora scusandosi per l'enfasi messa nel racconto. Non si sbagliava e può lasciarsi andare quando narra l'azione che porta al vantaggio del Napoli.
"Può partire Victor Osimhen in campo aperto, attenzione Kavaratskhelia dalla parte opposta riceva la sfera al limite dell'area, entra in area… Va Kvaratskhelia, doppio dribbling, triplo dribbling, destrooooo… destro pazzescoooooooo di Kvaratskhelia e Napoli in vantaggio. Un'azione del duo d'attacco più immaginifico del calcio italiano. Siamo giunto al quarto d'ora della ripresa, ha segnato il Napoli, ha segnato Kvaratskhelia. Destro fiondato, centrale ma imparabile per Musso".
È la descrizione di un attimo che si traduce in poesia. Repice non ha paura di apparire sopra le righe, quello che è accaduto in campo è già fuori dagli schemi. "Il suo piede è un'estensione del suo pensiero, il pallone è un amico fedele del numero 77 – aggiunge il radiocronista -. E infatti lo premia restando incollato al suo piede: questo è un capolavoro offensivo tra Victor Osimhen e Kvara, mancava un tanto in campo e lui ha fatto il resto e non ha tradito".