Il gol del 2-2 della Fiorentina imbarazza la Juve: in 3 contro 1 in area, ci sono almeno 2 errori clamorosi
Almeno due errori clamorosi commessi dalla difesa della Juventus nell'azione che ha portato al pareggio della Fiorentina all'86°. Ha segnato Sottil, che ha scagliato al volo un tiro potente sotto la traversa, ma il merito (o il demerito, guardando cosa hanno combinato i bianconeri) è anzitutto di Moise Kean. L'ex di turno ha lasciato il segno (anche) nell'assalto decisivo della Viola non solo per la rete del momentaneo 1-1 (per la quale è sembrato quasi scusarsi coi tifosi della vecchia signora) ma più ancora per come è riuscito a tenere palla in mezzo a tre avversari in piena area, a combattere e a trovare anche il rimpallo decisivo che si trasforma in assist per il compagno di squadra che, tutto solo sulla sinistra, ha tempo e agio per battere a rete.
Tra le pieghe del 2-2 dei toscani c'è più di qualcosa che non ha funzionato nella ‘testa' della Juve, a cominciare dallo scivolone di Cambiaso e dal disimpegno ingenuo, leggero dell'ex difensore del Genoa. È quella la prima cantonata, la classica buccia di banana sulla quale inciampa la vecchia signora. È da lì che nasce – come fosse un assist – il pareggio dei toscani. Uno sbaglio che s'innesta nel complesso della gestione della gara che ha mostrato diverse pecche sul piano della tenuta generale, anche al netto del gioco e della manovra offensiva che pure ha prodotto tanto. Ma una squadra che ambisce a restare a certi livelli può permettersi dei blackout come quello accaduto nel finale? La risposta è nel -9 dalla vetta e dall'11° pareggio raccolto su 18 match.
La ‘topica' di Cambiaso è pesante e inspiegabile: cosa voleva fare? Perché non ha spazzato la palla che tra i piedi gli sembrava scottare? Possibile non si sia accorto della pressione dell'avversario? La sua indecisione è un regalo che la Fiorentina scarta volentieri con la complicità dei calciatori che nel cuore dell'area di rigore assistono al palleggio e al controllo di testa di Kean senza contrastarlo (è la seconda falla macroscopica). Lì, a pochi metri da quel capannello improvvido c'è Sottil che osserva indisturbato (la terza disattenzione fatale) cosa sta accadendo e si tiene pronto: gli arriva una ‘palombella' e si avventa come un rapace sulla palla, calciando direttamente in porta. Anche lui, libero di fare quel che gli pare, affonda il colpo e fa male. "Ingenuità difensiva? Mi concentrerei su altro…", dice Motta nel post partita: parla di terzo gol fallito, mancato d'un soffio per la parata di De Gea su Vlahovic. Guarda avanti anche se dietro si balla.