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Plusvalenze in Serie A: le ultime news

Il giro di plusvalenze della Juventus ha coperto un rosso da 600 milioni in tre anni

Senza le operazioni di scambio e le cessioni di giovani ipervalutati, la Juve avrebbe superato i 200 milioni di perdita annua dal 2019 ad oggi, secondo i rilievi della Procura di Torino.
A cura di Benedetto Giardina
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Un giro di plusvalenze per coprire, seppur parzialmente, un buco da 600 milioni di euro. A tanto, infatti, ammonterebbero le perdite della Juventus nell'ultimo triennio senza le plusvalenze finite nel mirino della Consob e successivamente della Procura di Torino, con un'inchiesta che ora sta aprendo gli occhi anche alla Figc. In totale, il club bianconero ha prodotto dal 2019 una somma pari a 322,7 milioni di plusvalenze, che per i pm piemontesi presentano «manifesti profili di anomalia», poiché «sganciate da valori reali di mercato». Ma senza queste operazioni contabili, la Juventus, quanto avrebbe perso? Parecchio, tanto più se si considera che l'ultimo triennio è stato forse il più difficile della storia juventina, per quanto riguarda i bilanci.

Da Mandragora a Higuain, 131 milioni di girandole

Una necessità, quella di incamerare plusvalenze record, che parte da prima della pandemia di Covid-19. Al 30 giugno 2019, infatti, i militari ricostruiscono operazioni «connotate da profili di anomalia» per un totale di 131.564.000 euro, su un totale di oltre 157 milioni contabilizzati in quell'anno dal player trading, ovvero dalla cessione dei propri calciatori (inclusi i prestiti onerosi). Quell'anno la Juventus mette dentro oltre 13,6 milioni dalla girandola di Mandragora e altrettanti da quella di Sturaro, riporta a casa Bonucci dal Milan mandando in rossonero Caldara (21,6 milioni di plusvalenza) e Higuain in prestito (10,2 milioni a cui aggiungere altri 7,8 milioni a gennaio per il passaggio al Chelsea), in più va in porto lo scambio di terzini con la Roma, che vede Pellegrini approdare in bianconero per 22 milioni e Spinazzola trasferirsi nella Capitale, con relativa plusvalenza da quasi 26 milioni. Questi, però, sono i nomi noti. C'è poi gente semisconosciuta che ha fruttato plusvalenze milionarie: 3,8 milioni dalla cessione di Erik Mattias Anderson, 1,8 milioni per Pinelli al Sassuolo, 1,6 milioni per Macek al Lugano e 1,5 milioni per Appelt Pires al Leganes.

Andersson, difensore svedese oggi al Sion, ha fruttato 3.8 milioni di plusvalenza
Andersson, difensore svedese oggi al Sion, ha fruttato 3.8 milioni di plusvalenza

Operazioni tramite le quali la Juventus, nel 2019, ha tamponato le perdite, pari comunque a 39,9 milioni. Senza le plusvalenze, però, il rosso si sarebbe attestato a 171.459.794 euro secondo la Procura di Torino, con un patrimonio netto negativo per oltre 100 milioni di euro. Una differenza resa possibile dalle «operazioni di scambio» portate avanti nel corso di questo esercizio, «connotate da valori fraudolentemente maggiorati e neutre sotto il profilo finanziario», come scrivono i pm. E gli scambi, in quell'anno, sono stati al centro del mercato della Juventus: Spinazzola-Pellegrini, Caldara e Higuain per Bonucci, Romero e Sturaro col Genoa, fino ai giovani Rogerio e Pinelli al Sassuolo da cui è stato prelevato Demiral.

200 milioni di perdite già prima del Covid-19

Con la pandemia, la necessità di metter dentro plusvalenze aumenta, ma di fatto aumentano anche le perdite per la Juventus. Le operazioni finite sotto la lente d'ingrandimento della Guardia di finanza stavolta ammontano a 119.721.000 euro, su un totale di 172 milioni di ricavi iscritti a bilancio dalla cessione dei propri calciatori, sia a titolo definitivo che a titolo temporaneo. Anche in questo caso, va in scena la fiera dello scambio: Pjanic passa al Barcellona in cambio di Arthur, ma la cessione del bosniaco produce una plusvalenza da 43,7 milioni di euro; Cancelo fa le valigie per trasferirsi a Manchester, sponda City, lasciando a Torino una plusvalenza da 30,4 milioni e il posto caldo per Danilo, che fa il tragitto opposto. Ai Citizens va pure Pablo Moreno Taboada, attaccante classe 2002 da 4 reti in 33 presenze nel campionato Primavera, un bottino che gli vale una valutazione da 10 milioni, con plusvalenza da 9,5 milioni di euro. Come Pjanic, inoltre, va al Barcellona il giovane Matheus Pereira, con la Juventus che segna una plusvalenza da 6 milioni. Altri 5 milioni vengono iscritti a bilancio per Mavididi al Montpellier, più 3,9 milioni per Sene al Basilea, 3,3 milioni per Mancuso all'Empoli, 3 milioni per il nordcoreano Han Kwang Song all'Al Duhail, 2,8 milioni per Mota Carvalho al Monza, quasi 2,5 milioni per Loria al Pisa e 2,2 milioni per Lanini al Parma.

Matheus Pereira, 6 milioni di plusvalenza per passare dalla Juve U23 al Barcellona B
Matheus Pereira, 6 milioni di plusvalenza per passare dalla Juve U23 al Barcellona B

Senza queste plusvalenze, per lo più ottenute tramite scambi con l'inserimento di giovani dell'Under 23, la Juventus avrebbe superato la soglia dei 100 milioni di perdite anche nel 2020. Anzi, avrebbe sfondato il tetto dei 200 milioni ben prima di quest'anno. Secondo la Procura di Torino, infatti, per mezzo di queste operazioni tali «da generare un ricavo di natura meramente contabile e, in ultima istanza, fittizio», la Juventus avrebbe ridotto le perdite a 89,6 milioni di euro «anziché pari a 209.403.106 euro e ad un patrimonio netto pari a 239.204.587 anziché pari a 119.483.587 euro». Tra i 171,5 milioni del 2019 e i 209,4 milioni del 2020, il club bianconero in un biennio avrebbe dovuto registrare perdite pari a 380,9 milioni di euro, senza le plusvalenze ottenute tramite scambi e cessioni di ragazzini. E in questo, gli effetti della pandemia di Covid-19 sono ancora parecchio mitigati. Perché il peggio, come ben noto, lo si è visto nei conti del 2021.

La cantera milionaria della Juventus U23

In quest'ultimo anno, le plusvalenze hanno avuto un ruolo marginale rispetto agli esercizi passati. Ciò però non toglie che abbiano sollevato, seppur minimamente, una perdita mai vista prima. Le operazioni passate al vaglio degli inquirenti per l'ultima stagione hanno prodotto 30,8 milioni di euro, ma in un'annata che per la Juventus si è chiusa con perdite pari a 209,5 milioni. Senza queste plusvalenze, il bilancio bianconero avrebbe registrato perdite per oltre 240 milioni di euro, portando il totale nel triennio a quota 620 milioni di perdite complessive. Gli scambi, specie negli ultimi mesi, sono balzati agli onori delle cronache per diversi motivi. Come l'acquisto di Rovella dal Genoa, in scadenza di contratto e libero di firmare gratuitamente nel giro di pochi giorni, ma prelevato dai liguri in cambio di Portanova e Petrelli, valutati in totale 18 milioni di euro con una plusvalenza di 16,9 milioni su entrambi. Oppure quella che i pm definiscono una operazione «a specchio», priva di movimento finanziario ma con «un duplice effetto positivo sui bilanci della cedente e della cessionaria», come lo scambio tra Tongya e Aké dell'Olympique Marsiglia, valutati 8 milioni a testa.

Marley Aké, protagonista dello scambio a specchio con Tongya
Marley Aké, protagonista dello scambio a specchio con Tongya

Altri due giovani, che nella Juventus hanno trovato spazio solamente nell'Under 23, ma sui bilanci hanno valutazioni da calciatori affermati in Serie A. Un sistema che da un lato permette al club di segnare subito 8 milioni di ricavi (e 7,8 milioni di plusvalenza) cedendo un giovanissimo, ma dall'altro spalma nell'arco della durata contrattuale gli 8 milioni di valutazione dell'altro giovanissimo, nel caso Tongya-Aké. Non si tratta solo di loro due, però: Monzialo, Ahmada e Parodi sono tutti giocatori che la maglia della Juventus, in prima squadra, non l'hanno mai vista. Tra loro, Portanova, Tongya e Petrelli, però, le plusvalenze incamerate nel 2021 hanno toccato quota 29,8 milioni. Un beneficio immediato a fronte di una ripartizione del costo in più esercizi, ma senza movimenti finanziari. Se oltre al denaro mosso, fossero pari a zero anche queste plusvalenze, la Juventus avrebbe segnato in tre anni perdite per più di 600 milioni di euro. È riuscita a coprirne la metà, scambiando e girando calciatori in giro per l'Europa.

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