Il gioco del Tottenham è un nervo scoperto, Conte sbotta: “Posso insegnare calcio a molti”
La sconfitta nel confronto diretto con l'Arsenal brucia. La sfida persa (e soprattutto il modo in cui è maturata la sconfitta) dal Tottenham ha rinfocolato il rumore dei nemici di Antonio Conte, il partito di chi preferisce il gioco al tatticismo estremo, di chi interpreta il campo come una tela su cui ricamare azioni e chi invece lo considera una trincea, di chi crede che gli Spurs pratichino un calcio ‘vecchio', scontato.
"Se è per questo – replica il tecnico in conferenza stampa – posso insegnarlo a molte persone. Io ho vinto anche in Inghilterra". Ed è come fare fuoco di sbarramento rispetto alle critiche che fanno capolino anche alla vigilia del match di Champions League. Sette tiri in porta, possesso palla minimo (35%) sono i numeri che spiegano bene quale sia stata la superiorità dei Gunners, di come si siano presi il campo lasciando agli avversari briciole di emozioni e di azioni, di come la proposta di Arteta abbia dissolto il pragmatismo dell'avversario.
È un brusio fastidioso, il tecnico italiano non riesce a toglierlo dalla testa né silenziarlo nemmeno nell'imminenza della partita di Coppa con l'Eintracht Francoforte. Anzi, la delicatezza del match fa il paio con le perplessità che accompagnano il tecnico italiano e il rendimento in Europa.
Alle obiezioni risponde con un'altra affermazione piazzata sull'asfalto come un cavallo di frisia: "A me non piace giocare aperto, concedere spazi. In carriera non ho mai preso sei gol in una partita… in Inghilterra è successo molte volte", facile facile l'associazione con la scoppola tremenda incassata dallo United nel derby di Manchester col City. E marca in maniera più netta la differenza: "Per me è importante mettere i miei giocatori nella miglior situazione possibile".
Altra domanda indiscreta dinanzi alla quale un po' si spazientisce: perché il neo acquisto Djed Spence finora ha avuto poco spazio? Appena un minuto in Premier League e null'altro è quanto gli ha concesso Conte finora mentre tra il popolo Spurs c'è chi ne caldeggia l'impiego. "I tifosi facciano i tifosi… sono io l'allenatore e vedo quel che succede in allenamento. Se dico che non è pronto, non lo è. Penso di poter insegnare calcio a molte persone…".