Il gesto di Donnarumma colpisce al cuore Mancini: Gigio è il nuovo Chiellini dell’Italia
L'Italia riparte da Gigio Donnarumma e altri 10: il 22enne portiere stabiese, miglior giocatore degli ultimi campionati Europei vinti trionfalmente dalla squadra azzurra, non solo si candida con atti concreti al ruolo di nuovo leader della nostra Nazionale, ma viene ricambiato dal Ct Roberto Mancini in questa corrispondenza di stima reciproca, tecnica e umana. In un'Italia che cerca forze fresche e nuova linfa in volti poco conosciuti – stasera nel secondo match di Nations League contro l'Ungheria dovrebbero titolari Gatti, Scalvini, Zerbin e Gnonto – l'unico che gioca sempre senza lasciare spazio ad esperimenti è Donnarumma.
Finalissima con l'Argentina, primo match di Nations League con la Germania, Gigio c'è sempre dal primo all'ultimo minuto, con buona pace dei vari Cragno e Meret. E anche al Manuzzi di Cesena dovrebbe essere regolarmente al suo posto, qualora la lussazione al mignolo rimediata sabato scorso nel match pareggiato contro i tedeschi glielo consenta. Ieri si è allenato a parte con un cerotto a tenere unito mignolo e anulare, stasera dovrebbe stringere i denti e scendere in campo. Lui lo vuole, Mancini lo vuole, per dare un segnale di segno contrario rispetto ad una certa disaffezione per la maglia azzurra che ha generato polemiche negli ultimi giorni, alla luce dei numerosi forfait dal ritiro di Coverciano.
Donnarumma poteva benissimo salutare anche lui la compagnia, ne aveva pieno titolo alla luce dell'infortunio accusato nella gara di Bologna scontrandosi con un avversario su un calcio d'angolo. Ed invece ha scelto di rimanere, ponendosi come una delle guide del nuovo gruppo azzurro nel delicatissimo momento seguito al dramma sportivo della mancata qualificazione ai prossimi Mondiali. Dopo il ritiro di Giorgio Chiellini c'è tanto bisogno di esempi di attaccamento alla maglia della Nazionale, di uomini prima che giocatori, come ha spiegato chiaramente Lorenzo Pellegrini, un altro che ha dato grandi segnali in tal senso.
Il gruppo, l'appartenenza, l'afflato unisono sono le chiavi dei successi di qualsiasi squadra. Donnarumma è rimasto per difendere la porta della propria Nazionale, pur avendo vissuto anche lui una stagione lunga, faticosa e stressante, con momenti non facili dal punto di vista personale, tra l'alternanza al PSG con Navas e alcuni errori clamorosi, col punto più basso toccato a Madrid quando ha dato il via con una papera alla rimonta del Real che ha fatto fuori la squadra parigina dalla Champions. Ma sarebbe rimasto nel ritiro azzurro anche se stasera non avesse potuto giocare, per rientrare nella trasferta di sabato prossimo contro l'Inghilterra e poi giocare anche il match di ritorno in casa della Germania.
Dall'Argentina alla Germania e stasera all'Ungheria, Mancini ha rivoluzionato per due volte la squadra, cambiando tutti gli uomini di movimento. Il faro è Gigio Donnarumma, l'unico inamovibile della nuova Italia. "Ha un problema al dito? Gliene restano nove e quindi rimane e deve giocare", aveva detto il Ct azzurro già sabato sera, mentre ieri ha ribadito la considerazione tecnica per il giocatore: "Per me rimane il miglior portiere d'Europa". C'è tanto bisogno di pietre angolari su cui ricostruire: Gigio c'è, e prima ancora vuole esserci.