Il futuro di Ibra è un’incognita: deve operarsi, il Milan ha pronto per lui un ‘piano b’
Il sigaro della vittoria fumato in campo. Il discorso da adrenalina pura nello spogliatoio e quel "tranquilli, non smetto" che sembrava un annuncio per il futuro. Zlatan Ibrahimovic s'è preso la scena nel giorno nelle 48 ore scandite dalla conquista del titolo e l'ovazione della Milano rossonera. Era lui a bordo del bus ad arringare la folla concedendole perfino un "raga… mandiamo un messaggio a Calhanoglu", a corredo degli sfotto' rivolti al turco "traditore" per aver preferito il passaggio all'Inter.
Smaltita la sbornia del successo e dei festeggiamenti, a mente fredda adesso serve ragionare di futuro, capire cosa fare: continuare a giocare oppure appendere le scarpe al chiodo? E soprattutto, particolare dirimente, quali sono le sue condizioni fisiche? I problemi al ginocchio e al tendine d'Achille ne hanno smorzato l'impiego, il suo "peso" nello spogliatoio s'è avvertito ed è stato determinante ma quali saranno dimensione e ruolo a partire dalla prossima stagione?
Come sta Zlatan fa il paio con quel "continuo se sto bene" mormorato nel momento dell'apoteosi. Riuscire a comprenderlo in tempi brevi traccia una linea spartiacque per rinnovare da calciatore oppure ripensarsi in un'altra veste. Ecco perché c'è una valutazione che sarà dirimente e verrà fatta dopo l'intervento in artroscopia a cui il calciatore si sottoporrà nei prossimi giorni. L'usura del tempo gli ha lasciato addosso segni e sofferenze da guerriero: con loro deve fare i conti anche uno come Ibra. Solo dopo aver affrontato l'operazione, in base al consulto medico e alle sensazioni che gli darà il suo corpo, farà una scelta chiara, definitiva.
Il Milan per lui ha pronto anche un piano b (come raccontato dal Corriere della Sera): se il responso sarà positivo e Ibra sarà certo di potersi mettere a disposizione di Pioli senza indugi allora avrà per sé un contratto annuale con stipendio di 2.5 milioni di euro che potrebbe lievitare per effetto di una serie di bonus a obiettivo e premi di rendimento. Nella peggiore ipotesi, quella che lo costringerebbe a prendere atto che è finita, non direbbe addio al Milan ma resterebbe con un ruolo da dirigente. Difficile pensare a Ibra dietro la scrivania. Difficile anche per lui immaginarsi così. "Se non sono più in grado di giocare, cosa faccio?", disse a Espn. Coraggio, il meglio è passato.