Il folle piano di Infantino, vedere dal vivo tutte le partite dei Mondiali (anche in contemporanea)
Le squadre sono schierate in campo, risuonano gli inni nazionali. Le telecamere inquadrano la tribuna d'onore, il presidente della Fifa, Gianni Infantino, è lì a presenziare il match. Onnipresente, riesce a essere al suo posto anche in occasione di gare che in calendario si giocavano contemporaneamente. Lo aveva promesso a se stesso, era una sfida personale ma anche la volontà di seguire dal vivo tutte le nazionali senza distinzione alcuna. Voleva dare un segnale, ci è riuscito: organizzazione e mezzi a disposizione hanno fatto sì che riuscisse ad assistere a tutti gli incontri dei Mondiali in Qatar.
Scortato dagli agenti, in auto e – se necessario – anche in elicottero: l'attuale numero uno della Federazione ha fatto di tutto per mantenere fede al suo intento. A costo di muoversi a tempo di record, nemmeno usufruisse di una sorta di teletrasporto. Scegliendo il momento più propizio all'intervallo. Era tutto calcolato, come accaduto in occasione della terza giornata della fase a gironi quando in undici minuti si è diretto dallo stadio Al Thumama di Doha, dove era in programma Usa-Iran, all'impianto Ahmad Bin Ali di Al Rayyan, per il fischio d'inizio di Galles-Inghilterra. Tredici chilometri di distanza percorsi (quasi) in uno schiocco di dita.
Perché Infantino s'è sottoposto a ritmi del genere? Cosa c'era dietro il suo piano? Non è solo questione di puntualità e precisione svizzera, ha in mente una cosa specifica: diventare il primo presidente della Fifa che riesce a vedere dal vivo tutte le 64 partite della Coppa iridata. Molto più di un semplice atto di testimonianza ma il desiderio (realizzato) di dare il maggiore risalto possibile all'edizione dei Mondiali nel Paese arabo.
"Ho visto tutte le partite – ha ammesso Infantino nell'intervista rilasciata al sito della Fifa – e ritengo che questa sia stata la migliore fase a gironi di sempre in una Coppa del Mondo". Il giudizio positivo si è esteso anche ad altri aspetti extra-calcistici: stadi, pubblico e organizzazione sono tre nodi fondamentali, tre qualità dirimenti che hanno fatto la differenza e contribuito all'ottima riuscita – secondo il presidente – di questa edizione.
"Alle partite c'è stata una media di oltre 51.000 spettatori. Due milioni e mezzo di persone si sono riversate nelle strade di Doha e qualche centinaio di migliaia ogni giorno negli stadi – ha aggiunto -. Tutto ha contribuito a creare un'atmosfera fantastica".
Non è tutto oro quello che luccica. Al di là della buona volontà e della passione profusi da Infantino sul tavolo restano le polemiche che nelle scorse settimane costrinsero lo stesso presidente a prendere una posizione ufficiale. Oggetto della discordia, oltre alla questione dei diritti umani e alla condizione dei lavoratori impiegati per allestire gli stadi, anche il caso del divieto imposto ai capitani delle nazionali di indossare al braccio la fascia "One Love" (caratterizzata dalla bandiera arcobaleno icona della comunità LGBTQIA+): se fossero scesi in campo senza eseguire il diktat sarebbero stati puniti con sanzioni sportive (ammonizione anzitutto).
In quell'occasione la Germania prese una posizione ufficiale che fece scalpore: si mise in posa per la tradizionale foto di squadra mettendo una mano davanti alla bocca, un chiaro gesto di contestazione nei confronti della censura da parte della Fifa. In precedenza era stato proprio il numero uno della Federazione a intervenire per replicare alle obiezioni e alle accuse alimentate nei confronti dell'organizzazione che aveva scelto come sede dei Mondiali il Qatar.