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Il fallimento della Juve con Cristiano Ronaldo: un salasso da 250 milioni per non migliorare

Tre anni di Cristiano Ronaldo non sono bastati alla Juventus per raggiungere le grandi d’Europa. Sul campo, i risultati sono peggiorati. Fuori dal terreno di gioco, invece, sono i bilanci (in rosso) a parlare: due aumenti di capitale, debiti in crescita e costi sempre meno sostenibili, anche a causa del Covid-19.
A cura di Benedetto Giardina
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La Juventus chiude il capitolo Cristiano Ronaldo. Lo fa nella stessa settimana in cui il consiglio d'amministrazione dà il via libera all'aumento di capitale fino a 400 milioni di euro, il secondo in due anni dopo quello da 300 milioni del novembre 2019. Un totale di 700 milioni necessari per far fronte alla pandemia di Covid-19 e, per l'appunto, al peso che il portoghese ha portato con sé nel suo triennio in bianconero. Un peso che, oggettivamente, si è rivelato fin troppo gravoso per un club come la Juventus. I tre anni di CR7 a Torino non solo non hanno migliorato granché i risultati sportivi del club (due scudetti, due Supercoppe italiane, una Coppa Italia, mai oltre i quarti di Champions League), ma hanno spianato la strada verso un salasso economico dal quale ora Agnelli dovrà cercare di tirarsi fuori. Doveva essere un affare per mettersi sullo stesso piano delle big europee, ma il campo e i bilanci hanno detto altro. La cessione di Ronaldo al Manchester United è solo il primo passo alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Una spesa da 250 milioni per Ronaldo

L'acquisto più oneroso nella storia della Serie A è ormai giunto ai saluti. Dei 115,8 milioni di "costo storico" sostenuti per acquistare Ronaldo dal Real Madrid (compreso contributo di solidarietà e compenso per l'agente), ne sono rimasti all'incirca 25 di carico residuo, cifra che dovrà essere compensata dal conguaglio che il Manchester United verserà nelle casse bianconere per riportare il lusitano in Premier League. Un calcolo a spanne, dato che la quota annua di ammortamento è di 28,95 milioni, ma col bilancio chiuso al 30 giugno, vanno considerate anche le due mensilità (luglio e agosto) di quello che sarebbe dovuto essere l'ultimo anno di Ronaldo in bianconero. L'ammortamento totale in questi tre anni, dunque, supera i 90 milioni di euro. Se i Citizens dovessero mettere sul piatto meno di 25 milioni, per la Juventus arriverebbe pure la "beffa" contabile di una minusvalenza, ma non dovrebbe esserci questo rischio: l'unica condizione posta dai bianconeri per dare il via libera al proprio cannoniere è, per l'appunto, quella di pareggiare l'impatto a bilancio con l'offerta per il cartellino.

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Il peso maggiore, però, quando si parla di Ronaldo, è tutto alla voce stipendi. Un ingaggio da 54 milioni lordi annui, che per tre stagioni complete significano 162 milioni di euro tra compensi e oneri fiscali, senza dimenticare che la Juventus ha regolarmente pagato gli stipendi ai propri tesserati nonostante le difficoltà causate dalla pandemia di Covid-19. E in questo calcolo non rientrano le due mensilità di luglio e agosto 2021, senza le quali comunque la somma tra ammortamenti e ingaggio arriva a sfiorare la soglia dei 250 milioni di euro. Il tutto schivando gli oneri accessori, quelli da riconoscere al suo procuratore Jorge Mendes, convocato in sede dai bianconeri a nemmeno una settimana dalla partenza dalla panchina di Ronaldo contro l'Udinese. Al superagente della Gestifute, oltre a una fetta dei 115,8 milioni (pari a poco meno di 11,9 milioni solo per lui) sono andati 1,5 milioni di bonus, che sarebbero diventati 2,6 milioni senza l'addio nell'ultimo anno di contratto.

L'effetto Ronaldo sui conti della Juventus

Ronaldo in quanto Ronaldo, dunque, è costato alla Juventus più di 250 milioni, incluse parcelle per Mendes e altri oneri. Poi però c'è tutto un contorno non direttamente legato a Ronaldo, ma che in qualche modo si è scatenato col suo arrivo. Basti pensare al bond da 175 milioni emesso nel 2019, debito che è andato ad aggiungersi ad altro debito, proprio nel corso della prima stagione del portoghese in bianconero. Al 31 dicembre 2018, l'indebitamento netto è aumentato da 309,8 a 384,3 milioni (+74,5 milioni in sei mesi) e, nel 2019, ha superato la soglia dei 400 milioni, salvo poi ridursi nel 2020 (attestandosi a 385,2 milioni al 30 giugno dello scorso anno e scendendo a 357,8 milioni a dicembre). Poi è arrivato il Covid-19 a scompaginare ulteriormente i piani juventini: un danno da 320 milioni di euro, spalmati su tre esercizi, considerando la previsione di bilancio per la stagione 2021/22. Praticamente la stessa cifra (o poco meno) prevista per l'investimento complessivo su Ronaldo, tenendo conto dell'ingaggio quadriennale.

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I benefici dell'avere in squadra un'icona dello sport mondiale, da soli, non sono bastati per far fronte a questa situazione. Il "boost" dato alle sole sponsorizzazioni si aggira sui 65-70 milioni di euro a stagione: è in questo triennio che la Juventus rinnova il contratto con Adidas per otto anni a 51 milioni a stagione (28 milioni annui in più rispetto all'accordo precedente) e con Jeep per 45 milioni a stagione (28 milioni in più all'anno, pure in questo caso). Inoltre va aggiunta l'intesa decennale con Allianz, che porterà circa 2,5 milioni in più a stagione e il nuovo accordo con Cygames per circa 7 milioni di euro. Per quanto riguarda la vendita di prodotti e licenze, il primo anno con Ronaldo in bianconero s'è chiuso con un aumento dei ricavi per 16,2 milioni, (da 27,8 a 44 milioni) e l'inevitabile crollo della stagione 2019/20 ha comunque mantenuto la Juventus oltre la soglia dei 30 milioni. Poi ci sarebbe dovuto essere un ritorno diverso dal botteghino, ma la pandemia ha scompaginato i piani. La stagione 2018/19, l'unica vissuta con CR7 e senza limitazioni legate all'emergenza sanitaria, ha visto aumentare gli introiti di 14 milioni di euro. In totale, senza gli effetti nefasti del Covid-19, l'impatto positivo di Ronaldo sui conti della Juventus sarebbe stato a spanne di 100 milioni annui.

Come sarà la Juventus del dopo Ronaldo

Il gioco, a bocce ferme, non è valso la candela. Magari il rendimento di Ronaldo non sarà stato fallimentare (101 gol in 134 presenze e un titolo di capocannoniere), ma per la Juventus l'affare si è rivelato un fallimento. Solo che le cause vanno cercate in altre operazioni, rispetto a quella sostenuta per il suo acquisto. I costi per il personale tesserato sono aumentati di 68 milioni già al primo anno col portoghese in squadra, quando sul mercato venne preso Emre Can da svincolato (con quel dettaglio dei 16 milioni di oneri accessori…) per poi sbolognarlo dopo soli 18 mesi, col quinto stipendio più oneroso della rosa. L'anno successivo, il decremento di 42 milioni è stato possibile grazie alla rinuncia di quattro mensilità da parte dei tesserati nell'esercizio 2019/20, ma ancora una volta sono arrivati pesanti innesti dal mercato degli svincolati come Rabiot e Ramsey, oltre al ritorno di Higuain e del suo ingaggio monstre. Per i primi due, inevitabilmente, la mancata spesa del cartellino ha avuto come conseguenza oneri accessori da 1,5 milioni per il francese e 3,7 milioni per il gallese. Pesanti, ma non paragonabili ai compensi versati a Raiola per de Ligt (12,4 milioni capitalizzati nell'esercizio 2019/20), giusto per fare un esempio.

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Senza Ronaldo, la Juventus taglia dal proprio bilancio 83 milioni annui tra stipendio lordo e ammortamento, senza considerare altri oneri che porterebbero il totale verso la soglia degli 87 milioni di euro a stagione. È chiaro, però, che questo risparmio da solo non possa bastare per riportare i conti in equilibrio. Dopo i 39,9 milioni di perdite nel 2019 e gli 89,7 milioni del 2020, il 2021 dovrebbe portare con sé un rosso da circa 200 milioni di euro. Una mazzata che richiede decisioni forti. Quella di lasciare andar via il numero 7 da Madeira senza dubbio lo è, ma è solo un (grosso) passo in avanti per cercare di riassestare le casse bianconere. Il resto, lo farà la "scia" dei contratti sottoscritti con Ronaldo ancora in squadra. Gli effetti benefici di lungo periodo, dopo questo addio, rimangono un'incognita: l'engagement sui social, i nuovi tifosi conquistati nei mercati esteri e l'appeal internazionale, quanto ne risentiranno? Lo si vedrà nel tempo. Alla Juventus non resta che fare i conti con un'operazione che non ha portato al salto di qualità.

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