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Il falconiere dell’aquila della Lazio fa il saluto romano e inneggia al Duce: vergogna all’Olimpico

Juan Bernabé, lo storico addestratore dell’Aquila Olympia simbolo delle partite della Lazio che viene fatto volare all’interno dell’Olimpico prima di ogni match e dopo le vittorie, si è reso protagonista di un brutto episodio. Saluto romano e coro fascista sotto la tribuna Montemario per lo spagnolo,
A cura di Marco Beltrami
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Spesso e volentieri c'imbattiamo sui social in video registrati con gli smartphone a bordocampo, che immortalano situazioni fino ad allora sfuggite alle telecamere in occasione dei match di Serie A. Rientra tra questi anche un breve filmato che sta girando nelle ultime ore su Twitter e che rischia di sollevare polemiche a non finire. Nello stesso infatti si vede il falconiere dell'aquila Olympia, mascotte e simbolo della Lazio, alle prese con il saluto romano e con un coro fascista allo stadio Olimpico davanti al pubblico laziale, che lo ha accompagna.

Juan Bernabé è lo storico addestratore dell'Aquila Olympia. Il falconiere spagnolo, che tra poche settimane spegnerà 54 candeline sulla torta, prima dei match interni della Lazio allo Stadio Olimpico di Roma accompagna il volo del rapace simbolo della Lazio. Un rito che è iniziato in occasione di Lazio-Milan del 22 settembre del 2010 e che è protratto fino ad oggi. Anche dopo le vittorie, l'Aquila Olympia viene portata sotto la curva, come accaduto per esempio in occasione dell'ultimo derby, quando ci ha pensato mister Sarri a vestire i panni del falconiere d'eccezione.

Questa volta però lo spagnolo ha conquistato la scena per un brutto episodio immortalato in un video che sta facendo discutere sui social. Nelle immagini si vede Bernabé accompagnato dall'aquila Olympia recarsi sotto la Tribuna Montemario, occupata dai tifosi di casa. Il falconiere dopo aver fatto a più riprese il saluto romano, partecipa ai cori fascisti dei sostenitori che cantano a gran voce "Duce, duce". Un'altra situazione spiacevole per la Lazio che già la scorsa estate ha dovuto fare i conti con la "frangia nera" del suo tifo, scagliatasi nell'occasione contro il neoacquisto Hysaj, reo di aver cantato "Bella ciao", inno partigiano.

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