Il falconiere della Lazio è intrasferibile da Formello, registra un video: “Sono qui per pagare”
Juan Bernabé è un uomo provato, anzi distrutto: il falconiere della Lazio, finito nella bufera per aver postato sui social immagini delle sue parti intime dopo l'operazione di impianto di una protesi peniena, ma anche per le successive dichiarazioni molto esplicite sulla sua frenetica attività sessuale e sulla stima per Mussolini, ha registrato un video nella serata di mercoledì in cui ha chiesto scusa a tutti (ma a Lotito solo "come presidente e non come persona"), implorando il perdono: "Ho sbagliato, sono un uomo, sono qui per pagare". Il filmato è stato girato in una diretta Instagram dalla sua camera di Formello, dove il falconiere risiede abitualmente per concessione ospitale. Nonostante il licenziamento in tronco da parte del furioso Lotito – che ieri ha citato la violazione del contratto firmato dallo spagnolo, per quanto riguarda il codice etico – lo spagnolo non può lasciare la sua stanza nel centro sportivo biancoceleste. Un certificato medico da lui esibito lo ha dichiarato intrasferibile a causa del decorso post operatorio.
Il falconiere della Lazio esibisce un certificato medico per non lasciare Formello: è intrasferibile dopo l'operazione
Bernabé non si può muovere per 7 giorni dopo l'intervento al pene, la Lazio ha deciso di attendere che passi questa settimana – racconta il Corriere dello Sport – prima di metterlo alla porta assieme alle sue aquile, che saranno sostituite al più presto, garantisce Lotito. In principio era stato dato l'ordine di accompagnarlo all’uscita di Formello dopo il licenziamento "con effetto immediato", poi è arrivato il certificato medico ma anche la crisi umana del falconiere, con urla e pianti disperati ed annesse paure di gesti inconsulti ed irreparabili. Tutto questo ha indotto il presidente ad attendere la fine del decorso. Tra 7 giorni sarà dunque nuovamente dato l'ordine di sgombero.
Intanto Barnabé vuole far sapere al mondo quanto sia contrito, spera ancora che Lotito possa perdonarlo, ma da lì non si vedono spiragli. Quello che è certo è che il tono usato nel video di ieri è completamente diverso da quello delle dichiarazioni tronfie di un paio di giorni fa: "A tutto il mondo piace il sesso, non bevo, non fumo e non mi drogo – aveva detto subito dopo l'operazione – ma mi piace il sesso come a tutti gli uomini, e noi uomini cerchiamo sempre di avere una maggiore capacità sessuale. Sono un uomo molto attivo e vivo in coppia ma frequento altre donne, la donna che sta con me lo sa perché capisce che per me il sesso è una necessità, lei ha una mentalità molto aperta". E ancora: "Io quando ho tempo libero ho sempre voglia di fare sesso, vorrei farlo almeno una o due volte al giorno".
Il video di Juan Bernabé: "Chiedo scusa, perdonatemi. Sono davvero pentito"
Ecco, il Juan Bernabé del video di mercoledì è tutt'altra persona, devastata dopo aver capito le conseguenze di quanto esibito in pubblico: "Sono Juan Bernabé, volevo comunicarvi che quelle cose che stanno dicendo di me non hanno senso e devo chiedere scusa per quello che è successo – ha attaccato il falconiere – Sono davvero pentito, addolorato e provo vergogna nei confronti del popolo italiano e soprattutto dei genitori di minorenni. Riconosco che è uno sbaglio. Chiedo scusa anche alla tifoseria della Lazio, che ha sofferto anche tanto per colpa mia. Chiedo scusa al presidente della Lazio e alla dottoressa, sua moglie. Chiedo scusa al presidente della Lazio, perché rappresenta la Lazio, ma non alla sua persona. Spero che un domani, quando parlerà con me, abbia un po' di considerazione nei confronti dei bambini che amano Olympia, perché Olympia è il simbolo della Lazio. Io sono ciò che meno importa. Penso che ho fatto quello che potevo fare in 15 anni di Lazio, e dopo è crollato tutto per un errore umano. Mi assumo la responsabilità delle conseguenze, perché sono un uomo, sono qui per pagare".
Poi il falconiere ha provato a smorzare le testimonianze di chi ha raccontato di sue crisi terribili a Formello: "Quello che dicono di me, questa cazzata, che sono nudo urlando. Sono cazzate, non so neanche da dove esce tutto questo. Sono qui nudo perché sono in un post operatorio. Ho due figli che devo crescere e quelle cose che si stanno dicendo.. serve un po' di contesto… anche se è vero, parlando con qualche amico mi sono venute le lacrime agli occhi, e penso che lo potete capire, perché è normale. Perché è un momento duro, anzi di più. Però il falconiere della Lazio, Juan Bernabè, non è una persona di merda. E non capisco come ci siano tante persone che mi insultano e non capiscono che nella vita si può sbagliare. Io ho sbagliato. Per favore, perdonatemi. Vi chiedo perdono. Il perdono non è niente di brutto, perché anche Gesù Cristo ha perdonato e il perdono ogni volta è il dono più bello che può ricevere una persona".
La spiegazione del falconiere: "Ecco perché ero in mutande e con gli occhiali da sole"
"Quanto alle cattiverie che stanno dicendo, serve un po' di contesto – ha continuato lo spagnolo – Per esempio, hanno detto che io passeggiavo con occhiali da sole in mutande, come se fosse una nostra strana. Andavo in mutande perché un minuto prima avevo donato tutto il mio completo, che ho pagato io, a tutte le partite, 230 euro, comprato alla Prenestina, ci sono i testimoni. Li ho regalati ai bambini, perché quando davo la maglietta mi chiedevano i calzini, quando davo i calzini mi chiedevano i pantaloncini, quindi sono rimasto in mutande una volta, ma solo per accontentare la tifoseria della Lazio. Quanto agli occhiali da sole, perché mi venivano le lacrime e mi vedevano gli occhi. Tante volte ho vissuto, a bordo campo, quando mi avvicinavo alla tifoseria, cose che voi non potete immaginare quando hanno visto Olympia. Ho visto un ragazzo con leucemia provare a saltare per poter toccarla, ho visto persone, bambini piangendo, e ho sentito talmente tante belle parole che mi hanno detto che era impossibile trattenere le lacrime. Girano tante mie foto mentre sto piangendo, e per non dare un'immagine di un uomo debole, che sempre sta piangendo, ho deciso di coprirmi con gli occhiali. Almeno così mi sento più tranquillo e non sono preoccupato di dove guardo".
"Volevo solo dire queste parole. Chiedo scusa, no, di più. Un abbraccio a tutta la società. La tolleranza è quello che di più bello possiamo avere nella vita. Un abbraccio forte a tutti da Juan Bernabé e forza Lazio", ha concluso il falconiere, che spera che l'incontro con Lotito possa cambiare il finale di una storia che resta desolante. Qualcosa che al momento appare impossibile.