Il dramma di Atsu e della Turchia in un’immagine: chi esce vivo è scritto a mano su un foglio
Siamo arrivati al decimo giorno dopo il fortissimo terremoto che ha squassato Turchia e Siria provocando oltre 40mila morti e di Christian Atsu ancora non c'è traccia: il 31enne nazionale ghanese con un passato in Liga e Premier League, oggi tesserato con l'Hatayspor nel massimo campionato turco, è ancora sepolto assieme a centinaia di altre persone sotto le macerie del residence di lusso crollato dopo il sisma.
Parenti e amici di Atsu e degli altri dispersi non abbandonano la speranza e stazionano davanti a quel che resta della struttura di recente costruzione: un complesso di 12 piani e 250 appartamenti che ospitava poco meno di un migliaio di persone. Tra loro c'è anche il manager del centrocampista, Nana Sechere, che ieri ha fornito aggiornamenti significativi sulla situazione della ricerca tra le rovine dell'edificio ad Antiochia: "Sono sul luogo del terremoto con la famiglia di Christian, le scene sono inimmaginabili. Durante la mia permanenza qui siamo stati in grado di localizzare l'esatta posizione della sua stanza e abbiamo trovato due paia delle sue scarpe. Ieri abbiamo ricevuto la conferma che le immagini delle telecamere termiche mostravano segni di almeno cinque vite, tuttavia non siamo stati in grado di localizzare Christian".
Il problema principale, che riguarda non solo il caso specifico e ha attirato polemiche sul governo di Erdogan, riguarda la lentezza dei soccorsi, spesso anche inadeguati, come denunciato più volte negli scorsi giorni da chi chiedeva aiuto per i propri cari all'esterno del Rönesans Residence. Anche l'agente di Atsu ha posto l'accento su questo aspetto, chiamando in causa anche l'assenza pressoché totale del club del calciatore, l'Hatayspor: "Siamo grati a tutte le squadre di soccorso turche e straniere, ai civili locali e ai volontari per i loro sforzi, ma abbiamo urgente bisogno di più risorse, incluso un traduttore. Le cose si stanno muovendo in modo incredibilmente lento e si perdono vite a causa della mancanza di risorse disponibili. È un peccato che il club non sia sul campo con noi, fianco a fianco, nella ricerca di Christian. Imploriamo il presidente del club e sindaco di Hatay, Lutfu Savas, di fornire risorse aggiuntive per accelerare i soccorsi come priorità".
C'è un'immagine saltata fuori nelle ultime ore che dà pienamente il senso dell'organizzazione approssimativa e del caos che circonda le macerie del residence dove è sepolto Atsu: sono alcuni fogli bianchi con dei nomi scritti a mano. Sono la sessantina di sopravvissuti ad ora al crollo dell'edificio: ne mancano all'appello circa 800. Per ognuno di loro là fuori ci sono persone che soffrono, sperano, pregano come per Atsu.
L'esile filo a cui sono aggrappate quelle persone viene tenuto integro dai ritrovamenti anche nelle ultime ore di dispersi tirati fuori dopo oltre 200 ore sotto le macerie. Ma davvero il tempo sta per scadere per tutti, come ha disperatamente detto la moglie di Christian.