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Il dolore di Vidal in videochiamata durante il funerale del padre finisce in diretta su Instagram

Arturo Vidal ha deciso di non lasciare il suo club in vista del funerale del padre, morto pochi giorni fa. Ha seguito la cerimonia sui social, non trattenendo la commozione.
A cura di Marco Beltrami
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Erasmo Vidal, papà del popolare calciatore Arturo, è morto pochi giorni fa mentre stava lavorando presso il Club Hípico de Santiago. Niente da fare per il 61enne deceduto per un arresto cardiorespiratorio e uno shock ipovolemico, con i soccorsi che non hanno potuto fare nulla. Tutta la famiglia della stella del calcio cilena, si è raccolta per il funerale dell'uomo, mettendo da parte anche i dissapori del passato. Lo stesso ex di Juventus e Inter, seppur a distanza, non si è perso la cerimonia.

Con estrema professionalità infatti "King Arturo" ha preferito non tornare in patria ma continuare a lavorare con il Flamengo, in vista dell'impegno contro il  il Corinthians per la prima finale di Copa Brasil. Una scelta molto apprezzata dal suo club e dai tifosi, che gli hanno dedicato messaggi e dimostrazioni d'affetto. Arturo però ha seguito il funerale in un modo molto particolare, ovvero attraverso i social network. Grazie alla diretta di sua sorella Ámbar, il calciatore si è sintonizzato per la messa. Le immagini che hanno mostrato a tutti i followers la bara di Erasmo, non hanno nascosto nemmeno la commozione del giocatore che in diversi momenti si è lasciato andare alle lacrime.

Erasmo Vidal, papà di Arturo
Erasmo Vidal, papà di Arturo

Il rapporto tra il calciatore cileno e suo padre è stato contraddistinto da alti e bassi. Vidal senior abbandonò la sua famiglia, quando Arturo era praticamente un bambino. Una situazione che cambiò per sempre la vita della famiglia, con mamma Jacqueline che fu costretta a farsi carico di tutto. In quel momento quel ragazzino che aveva una passione sconfinata per il pallone, giurò a se stesso che sarebbe diventato un calciatore professionista.

In un'intervista del 2017 a La Tercera, Vidal raccontò: "Quando avevo 13 o 14 anni, è stato allora che mi sono detto: ‘Devo diventare un calciatore, qualunque cosa accada.' Fu un giorno che mia madre tornò a casa completamente esausta. E ho pensato: ‘Questo non può succedere di nuovo ‘. E ho deciso di fare tre, quattro, dieci volte più sforzi di chiunque altro in ogni sessione di allenamento per diventare professionista".

Arturo ha sempre considerato in quel periodo e per gli anni a seguire il papà come un "corpo" estraneo, anche alla luce dei problemi di alcolismo e con la giustizia di Erasmo. Il timido percorso di riavvicinamento tra le parti, subì uno stop nel 2015, quando il "Choca" fu arrestato per possesso di droga e per trasporto di coltelli. Nell'anno successivo poi un nuovo fermo dopo essere stato sorpreso con un'arma affilata. Nonostante tutto il calciatore ha voluto aiutare il papà e gli ha trovato anche un lavoro, affidandogli la cura dei suoi cavalli presso il Circolo Ippico. Quel Circolo dove purtroppo ha trovato la morte.

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