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Il disastroso 2020 del Barcellona: un fallimento dopo l’altro

La sconfitta per 3-0 in casa contro la Juventus è solo l’ennesimo atto di una stagione durissima per il Barcellona. Non sono bastati i cambi di allenatore (da Valverde a Koeman) per invertire la rotta dopo ko umilianti come contro Liverpool e più ancora il Bayern Monaco. In campionato i catalani sono staccati dalla vetta e fuori perfino dalla zona Europa League. Si è persa anche la faccia. Quella di Messi è la fotografia di ciò che era ed è oggi una squadra che non fa più paura a nessuno.
A cura di Maurizio De Santis
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Tutto sbagliato. Bastano queste due parole usate da Griezmann per descrivere cosa (non) è stata la partita persa male contro la Juventus per spiegare qual è il senso della stagione di questo Barcellona diventato una squadra normale nonostante abbia in rosa uno dei più forti al mondo. Non c'è Messi senza blaugrana, non esiste una squadra senza Messi: è stato spesso il leit-motiv che ha spiegato il rapporto endemico tra il Dieci e l'ambiente catalano.

Allo stato dei fatti, non esistono più né l'uno né l'altro. E l'uno è schiavo dell'altro, attendono solo che arrivi il momento giusto per dirsi addio. La brutta copia di un campione che, forse, sarebbe dovuto andar via qualche anno fa, quando era chiaro che i vertici del club avevano iniziato l'opera di deMessizzazione del Barça e del mondo in cui era cresciuto. Invece, il rapporto è proseguito obtorto collo: la Pulce non poteva andar via senza affrontare una battaglia legale dispendiosa, lunga e dalla quale avrebbe rischiato di uscire con le ossa rotte; la società avrebbe fatto appello a qualsiasi scorciatoia/diritto imposti dal contratto pur di tenerlo stretto a sé o costringerlo a pagare penali esose.

La stessa dirigenza che ha scelto il lato oscuro della forza, non ha avuto alcuna remora e ha giocato sporco, fino ad assoldare un'azienda perché sguinzagliasse detrattori prezzolati sui social e svilisse l'immagine di quelle figure che – un tempo – erano totem in Catalogna; perché smontassero, pezzo dopo pezzo, ciò che fino allora era stato Més(si) que un club.

I tre ceffoni beccati sul muso da quello stesso avversario preso a pallonate a Torino non sono una sorpresa, aumentano solo il novero delle aggravanti e confermano: il Barcellona non c'è più. "È come se in campo non fossimo scesi – ha ammesso Griezmann -. Nella prima parte della gara ci hanno surclassato. Ci è mancato tutto… voglia, ambizione, corsa, difesa, attacco… tutto sbagliato". E non è che le cose in campionato vadano meglio: il Barcellona è 9° in classifica con 14 punti, a -12 dall'Atletico Madrid capolista, fuori dalla zona Champions e finanche dall'Europa League. Se la Liga fosse finita domenica scorsa, dopo la batosta col Cadice (2-1), i catalani sarebbero fuori da tutto. Un disastro.

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Un'annata da dimenticare e da lasciare alle spalle in fretta. Iniziata nel peggiore dei modi con l'eliminazione nel quadrangolare di Supercoppa di Spagna per opera dell'Atletico Madrid che ha dato il colpo di grazia alla panchina di Valverde. Il suo, però, non fu un esonero motivato solo dai risultati. Il Barcellona non licenziava un tecnico dal 2003 (van Gaal), una decisione motivata dal gap di 20 punti dalla vetta e da un mortificante 10° posto in campionato. Valverde venne accompagnato alla porta nonostante fosse primo – a pari merito – con il Real, avesse vinto 2 campionati, una Coppa e una Supercoppa di Spagna. Ma non gli hanno mai perdonato la cocente eliminazione di Anfield e quel 4-0 preso dal Liverpool, reso più umiliante dal trucchetto su calcio d'angolo escogitato da Trent Alexander-Arnold.

Via lui, timone a Setien. L'inversione di tendenza non c'è mai stata, segno che i problemi erano altrove. E quando in Champions il Bayern Monaco è passato come un rullo compressore sul suo Barcellona (8-0) è saltata ogni cosa oltre a Setien (al suo posto è arrivato successivamente Koeman). Si è persa anche la faccia. Quella di Messi, seduto a capo chino in un angolo dello spogliatoio, da solo e con lo sguardo perso nel vuoto è la fotografia di ciò che era ed è oggi la ex invincibile armata blaugrana che non fa più paura a nessuno.

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