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Il dilemma dell’Inter di Conte: creare tanto e concretizzare poco. Ora si va All-in sullo Scudetto

Nella gara che è costata l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Juventus, l’Inter ha mostrato gli stessi problemi nella fase di finalizzazione che erano stati evidenziati in altre occasioni. Ora i nerazzurri dovranno recitare un ruolo da protagonisti nella corsa Scudetto, che diventa un obiettivo imprescindibile e da centrare per evitare di chiudere un altro anno senza trofei. Sarebbe il decimo.
A cura di Vito Lamorte
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Si vince e si perde, è il calcio. A volte fa più male, altre meno. Di certo l'Inter quest'anno era partita con l'obiettivo di essere protagonista in tutte le competizioni ma all'inizio di febbraio si trova in corsa solo per il campionato. La squadra di Antonio Conte, dopo la cocente eliminazione dalle coppe europee, è stata battuta dalla Juventus in semifinale di Coppa Italia e ha dovuto dire addio al suo secondo obiettivo stagionale. Per il secondo anno consecutivo la squadra nerazzurra viene eliminata ad un passo dall'ultimo atto del "torneo della coccarda" e se dovessimo ampliare le similitudini potremmo dire che, proprio come lo scorso anno con il Napoli, l'Inter ha perso in casa il match d'andata e pareggiato quello di ritorno.

Quello che appare evidente per il club meneghino è che nelle partite determinanti subentri più di qualche problema nella fase di finalizzazione e questa è una problematica che una grande squadra come quella nerazzurra non può sottovalutare. In alcuni frangenti della partita dello Stadium di Torino si è riproposta la stessa situazione vista contro lo Shakthar Donetsk a metà dicembre: se non si va veloci e in verticale verso la porta non sembrano esserci soluzioni alternative per sfondare la resistenza avversaria. Stesso discorso vale per la totale assenza degli uomini d'attacco, di quelli da cui ti aspetti la giocata, nelle partite da dentro o fuori: è uno dei macigni che questa squadra si porta avanti dallo scorso anno soprattutto a livello psicologico.

Le critiche nei confronti di Conte ci sono state allora e continueranno nei prossimi giorni, soprattutto per la sua reticenza a modificare assetto in corso; ma "l'uomo solo al comando"  ieri sera, rispetto alle altre volte, non la scusante di non aveva materiale umano a disposizione per tentare diverse soluzioni in chiave offensiva.

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Il tecnico nerazzurro, che è rimasto coinvolto in ben altre situazioni ieri sera a Torino, ha sempre espresso un concetto degli step per spiegare come la sua squadra non sia ancora a livello delle altre big ma un gruppo che ha segnato 63 gol tra tutte le competizioni, che esprime una delle migliori difese della Serie A e vanta uno dei centravanti più forti del campionato quest'anno non può essere considerato un'outsider.

La ‘gestione dei momenti' è stato uno dei mali della squadra nerazzurra da quando al timone c'è l'allenatore leccese, che in alcuni casi non riusciva a tenere in mano il risultato e in altri non sembrava in grado di cambiare passo; ma per vincere quelle partite che valgono più di altre, soprattutto quando gli avversari sono compatti e poco propensi a concedere spazi, è necessario riuscire a incidere anche con un processo creativo non sempre organico mentre l'Inter continua a pungere poco con una mole di gioco molto dispendiosa.

Può e deve essere questo l'ultimo step dell'Inter targata Antonio Conte? "Dalle sconfitte si impara" ha detto l'ex CT nel post-partita, ma ora i nerazzurri dovranno recitare un ruolo da protagonisti nella corsa Scudetto, che diventa un obiettivo imprescindibile e da centrare per evitare di chiudere un altro anno senza trofei. Sarebbe il decimo.

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