Il desiderio di Macron da presidente rieletto: far restare Mbappé al PSG, gli serve
Il 15 luglio 2018, prima ancora del triplice fischio dell'arbitro che allo stadio Luzhniki di Mosca sanciva la vittoria della Francia sulla Croazia, e la conseguente seconda consacrazione mondiale dei Bleus, Emmanuel Macron aveva già imboccato un passaggio privato e privilegiato per poter entrare nello spogliatoio dei neo campioni del mondo. Il capo di stato transalpino, immortalato pochi minuti prima mentre esultava per un gol senza poter contenere troppo la discrezione che richiedeva l'etichetta, avrebbe certificato in quel momento il legame con il più simbolico dei figli della nuova Francia, Kylian Mbappé. Non sorprende, dunque, che da quanto trapela oltralpe uno dei suoi primi desideri dopo la rielezione sia quello di convincere il numero 7 del Paris Saint Germain a continuare la sua carriera in Ligue 1.
Poco dopo la vittoria del mondiale di Russia 2018, il presidente francese avrebbe confermato il vincolo con Mbappé durante un pranzo istituito per lo sviluppo dello sport in Africa, al quale il giocatore era stato invitato. Macron fu impressionato dalla maturità di un ragazzo che doveva ancora compiere vent'anni. Campione dentro e fuori dal campo, e diventato ormai il simbolo imperante del calcio della sua patria, Mbappé fu preso a modello da Macron, che da storico tifoso dell'Olympique Marsiglia vedeva in lui l'unico fuoco di ammirazione nell'odiata realtà del Psg. Il rapporto tra i due, sincero e di mutuo rispetto, è stato fortificato durante gli anni a seguire, e il calciatore è stato anche il veicolo di sensibilizzazione scelto dal capo di stato per la campagna vaccinale contro il covid dell'anno scorso. Macron aveva visto il lui l'anello di congiunzione tra anziani e giovani, tutti uniti dall'amore per la nazionale. Un simbolo della patria del presente e del futuro, e che per questi motivi non può abbandonare il suolo francese a giugno, quando scadrà il suo contratto con il Psg. La possibile partenza per Madrid non è infatti contemplata da Macron.
Il politico è stato persino capace di trovare spazio nella sua infinita campagna elettorale per far intendere che il suo obiettivo fosse quello di mantenere Mbappé in Ligue 1. Nonostante le incessanti voci che parlavano di un accordo già raggiunto con il Real Madrid, dalla Francia trapelano rumors secondo i quali le pressioni di un rinnovo di almeno due anni con il Psg arrivino sia dall'Eliseo sia dal Qatar. Simbolo del calcio francese e della squadra parigina, Mbappé è un testimonial troppo importante per essere lasciato andar via con i mondiali del Golfo sullo sfondo. Gli accordi commerciali e politici tra i due governi sono ben noti, per non parlare dell'assoluta compenetrazione tra il reame degli Emirati con la proprietà del club parigino. L'obiettivo di Macron è lo stesso del presidente del Psg Nasser Al-Kheilaifi, il quale, nonostante possa contare su due fenomeni come Lionel Messi e Neymar, sa che il vero fiore all'occhiello della sua società è Mbappé. Poter raggiungere un prolungamento delle intese con il numero 7 sarebbe prestigioso per entrambi i fronti. In primis l'Eliseo si assicurerebbe di poter esportare un'eccellenza calcistica e sociale all'evento più importante rappresentando anche la Ligue 1. In secondo luogo, il governo di Doha avrebbe l'onore di poter mostrare al mondo il gioiello del calcio planetario con addosso l'effige del club di calcio di cui è padrone.
Appena confermato il suo rinnovo all'Eliseo, Macron starebbe così adoperandosi per attuare da mediatore principale nell'ambito di una trattativa per il rinnovo dell'unico francese che può fargli ombra tra la gente, quel Kylian Mbappé che nessuno oltralpe intende perdere. Neanche un riconosciuto tifoso dell'Olympique Marsiglia.