Il debito d’onore di Mabil: “L’Australia mi ha dato una nuova vita, l’ho portata ai Mondiali”
Awer Mabil è stato l'ultimo calciatore dell'Australia a tirare il calcio di rigore prima che il Perù sbagliasse quello decisivo. Sulle spalle avvertiva tutto il peso di presentarsi alla battuta e non fallire. Aveva una motivazione in più rispetto ai compagni di squadra: poteva essere zavorra emotiva, gli ha dato la carica per buttarla dentro calciando d'istinto, senza pensare a null'altro che non fosse piazzarla lì dove il sesto senso gli aveva suggerito. Nello spazio di undici metri c'era raccolta tutta la sua vita, una storia fatta di sofferenza e una rinascita nel Paese oceanico che ha accolto lui e la sua famiglia. Doveva far gol, non era solo una questione sportiva ma di orgoglio e di umana gratitudine verso quel popolo al quale sentiva di restituire un sogno. Ci è riuscito facendo la sua parte nello spareggio per la qualificazione ai Mondiali in Qatar.
Mabil ha 26 anni, è nato da genitori sud-sudanesi in un campo profughi in Kenya. Per cinque anni, prima di trovare rifugio in Australia che è divenuta la patria adottiva, ha conosciuto gli aspetti più duri della vita. Il calcio è stato il gancio in mezzo al cielo che gli ha offerto un'opportunità, lo ha salvato. Ha assaporato anche l'emozione di giocare in Champions League con il Midtjylland prima del prestito ai turchi del Kasımpaşa.
Oggi paga quel debito d'onore, rende in campo al "suo" Paese un po' di quella fortuna che lo ha aiutato a emergere da una situazione difficile, a lasciare alle spalle la crudeltà della guerra da cui il padre e la madre erano scappati portando in salvo i figli. "Sapevo che avrei segnato perché era l'unico modo in cui potevo dire grazie all'Australia a nome della mia famiglia – le parole a wwos.nine.com.au -. Questa era l'unica cosa che mi passava per la testa".
Dopo l'incontro ha contattato i genitori su FaceTime, insieme hanno pianto per la gioia e per la soddisfazione. "Ho provato una sensazione indescrivibile, me ne ricorderò per sempre. Sono nato in una capanna, la mia stanza d'albergo attuale è molto più grande della stanza che ci era stata assegnata nel campo profughi. La mia famiglia era scappata dalla guerra, l'Australia ci ha dato una nuova vita… ecco perché dovevo assolutamente segnare".
Socceroos in Coppa del Mondo, inseriti nel Gruppo D assieme a Francia, Danimarca e Tunisia. Andini a casa con la grande delusione di aver fallito l'impresa dal dischetto. Oltre a Mabil trai protagonisti della serata c'è stato anche il portiere, Redmayne, subentrato in occasione della lotteria dagli undici metri. S'è preso la scena per il modo molto singolare con il quale ha interpretato il ruolo in quella fase decisiva dell'incontro: ha inscenato un balletto sulla linea di porta per distrarre gli avversari poi è stato diabolico quando ha provato a disturbare anche l'estremo difensore peruviano. Il ct, Graham Arnold, si era giocato il jolly con quella mossa strategica e gli è andata bene: il 33enne estremo difensore del Sydney non ha tradito le attese. Lui ha parato, Awer ha realizzato una rete pesantissima. Quante storie incredibili per vivere un stesso sogno a occhi aperti.