Il ct dell’Iran perde le staffe per una domanda scomoda: “Ti rispondo solo se mi paghi!”. E se ne va
L'Iran è inserita nel Gruppo B dei Mondiali in Qatar con Inghilterra, Stati Uniti e Galles. Il ct della nazionale è una ‘vecchia' conoscenza del calcio internazionale, il portoghese Carlos Queiroz. È tornato sulla panchina del paese asiatico e ha già realizzato un miracolo nel prenderla per mano e portarla in Coppa, il prossimo obiettivo adesso è il superamento del girone (mai avvenuto nelle cinque precedenti presenze iridate).
Lunedì prossimo ci sarà l'esordio con i Tre Leoni, una sorta di battesimo del fuoco in un calendario che non sembra dare agli iraniani molte opportunità. Parlare solo di calcio, però, è difficile. Per quanto l'allenatore si sforzi di tenere la conversazione su cose di campo, i fatti di cronaca delle ultime settimane rendono inevitabile una digressione su altri argomenti. Uno in particolare, la condizione della donna e la violazione dei diritti civili in Iran. Quando a Queiroz viene fatta una domanda "scomoda" la prende male.
Il tono della conversazione cambia, si fa teso. Prova a tenere un certo contegno replicando con ironia, scegliendo una replica che spiazza e sembra un modo per aggirare il quesito postogli. Il tempo di pronunciare la risposta e subito dopo abbandona la postazione.
Cosa gli era stato chiesto? Il giornalista di Sky Sports gli aveva chiesto: "Si sente sereno a rappresentare in questo Mondiale un paese come l’Iran che reprime i diritti delle donne?". Queiroz ci pensa un attimo e attacca: "Per chi lavori? Quanto mi potete pagare per rispondere a questa domanda? Alla fine dei Mondiali potrò in caso darle una risposta adeguata… ma prima parla col tuo capo e fammi sapere se mi potete fare una buona offerta".
Il ct lusitano si sta per alzare e andare via. Il reporter gli mormora qualcosa e lui non si lascia sfuggire l'opportunità di controbattere: "Non mettetemi in bocca parole che non ho detto – ha aggiunto -. Sto solo chiedendo quanto siete disposti a pagarmi per rispondere a queste domande". La discussione finisce lì, non senza una stoccata ulteriore da parte dell'allenatore: "Penso che dovrebbe fermarsi a riflettere su quello che è successo con gli immigrati in Inghilterra. Ci pensi…".
In Iran le reazioni del mondo dello sport alle forme di repressione attuate dalla "polizia della morale" sono state di varia natura. Sull'argomento Queiroz se l'era cavata facendo riferimento ai suggerimenti della Fifa sull'opportunità di non badare a questioni extra-calcistiche, di tipo politico e religioso in Qatar: "I giocatori sono liberi di protestare come farebbero se provenissero da qualsiasi altro paese – ha ammesso il ct -. A patto che il loro atteggiamento rispetti i regolamenti della Coppa del Mondo e sia nello spirito del gioco. I miei calciatori hanno solo una cosa in mente ed è lottare per qualificarsi per il secondo turno".