Il Coronavirus diventa pandemia, l’UEFA si svegli: il calcio va fermato ed Euro 2020 rinviato
Più o meno sette giorni fa, su queste stesse pagine, si sottolineava l'approssimazione e l'estrema imprudenza con cui le istituzioni del calcio italiano stavano affrontando, nella propria sfera di competenza, l'emergenza legata alla diffusione del Coronavirus in Italia. La Serie A, dopo aver accettato quasi controvoglia le porte chiuse, si è arresa alla necessità di fermarsi soltanto al cospetto del lockdown totale della nazione. Lo stesso processo si sta ripetendo ora su scala più vasta, seguendo la stessa evoluzione del virus, appena dichiarato pandemia.
Il contagio interessa ormai vaste regioni d'Europa, con conseguenti ed inevitabili riflessi sul calendario calcistico. Dalla Spagna alla Germania, dalla Francia al Portogallo, sono già stati annullati o quantomeno limitati interi blocchi di campionato. Tra gli stessi giocatori e i vari tesserati delle società di calcio sono diversi i casi di positività al Coronavirus, a conferma di quanto nessuno possa pensarsi immune al virus. D'altronde anche la FifPro, l'associazione mondiale dei calciatori, ha preso una posizione chiara: annullare o sospendere tutte le competizioni finché si resterà in una condizione d'emergenza. Solo la UEFA dà ancora la sensazione di non avere occhi per vedere.
Le partite di Champions League ed Europa League in calendario si stanno giocando regolarmente. In molti casi a porte chiuse, in qualche situazione con stadi gremiti. E l'idea, almeno fino ad oggi, è quella di completare regolarmente gli ottavi di finale la prossima settimana. Inter, Roma, Getafe e Siviglia hanno atteso fino a circa 30 ore dalle rispettive partite di Europa League per avere la certezza del rinvio, come se servissero profonde valutazioni sui rischi presentati da partite internazionali tra squadre di due paesi in emergenza, attualmente divisi da un blocco totale dei voli. La UEFA, per rendere l'idea della mancanza di percezione della gravità della situazione, sta valutando di poter recuperare le due partite trasformando l'eliminatoria in una gara secca, da disputare in campo neutro. Tradotto: come trasformare una partita di calcio in una nuova opportunità di contagio.
C'è un tema, in particolare, su cui la UEFA per il momento non sta arretrando di un centimetro: l'organizzazione di Euro 2020. Le singole federazioni stanno iniziando ad avanzare pressioni per rinviare l'evento alla luce di un'emergenza che localmente sta avendo pesanti ripercussioni in ambito calcistico, tra gli elevati rischi di contagio e calendari stravolti. Per ora l'UEFA fa finta di non sentire e di non vedere, convinta di poter portare avanti i propri piani in tutta sicurezza e far disputare il primo Europeo itinerante della storia: 24 nazionali, 12 paesi ospitanti, un mese di partite con calcio d'inizio il 12 giugno. A soli tre mesi dal passaggio a pandemia del Coronavirus. Vi sembra il caso?