Il Como dà una lezione di calcio a una Fiorentina evanescente: vittoria fragorosa
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Il Como vince a Firenze (0-2), fa un favore a se stesso staccandosi dalla zona salvezza e a chi – come Juventus e Lazio – balla sul Titanic ai margini delle posizioni che valgono l'accesso alla Champions. Il tonfo della Fiorentina è fragoroso, fa molto rumore alla luce di come sono andate le cose in campo: da un lato una formazione rinforzata a gennaio con innesti importanti (Zaniolo, Fagioli) ma che senza Kean appare spuntata, dall'altro la squadra di Fabregas che conferma di essere un bel progetto e meritare la permanenza in Serie A.
I lariani fanno gioco, aggrediscono, tessono trame che passano dai piedi del talento madrileno, Nico Paz, sono pericolosi, danno la sensazione di essere padroni della sfida e capaci di affondare il colpo appena possibile. C'è un filo rosso che conduce la loro prestazione, un'identità tattica e una mentalità a cui aggrapparsi per affrontare senza (troppi) timori qualsiasi tip di avversario.
L'avvio col piede pigiato sull'acceleratore è pura illusione per la formazione di Palladino. Zaniolo ha due buone occasioni nel giro di pochi minuti ma è solo una fiammata. La Fiorentina si spegne subito, smorzata e soffocata dal Como che ci mette un po' a entrare in partita ma quando lo fa s'impadronisce della scena e costruisce un imbuto nel quale i padroni di casa restano intrappolati. Sugli esterni né Dodo né Gosens trovano spazio. Gudmundsson è irritante per quanto evanescente e, ancora una volta, rende molto al di sotto delle attese: nel caso specifico è anche abbastanza sfortunato per l'infortunio alla schiena rimediato a pochi minuti dall'ingresso.
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Il più è fatto: resa monca la Viola, costringendola addirittura a rinculare per la pressione esercitata, al Como non è restato che sfruttare le propri armi migliori. Lo fa tra la fine del primo tempo e la fase cruciale del secondo quando piazza l'uno-due che stende la Fiorentina.
Al 41° da una punizione a favore dei toscani, Caqueret recupera e lancia in profondità Diao che scappa via in contropiede a Cataldi e Mandragora e poi infila De Gea. La ciliegina sulla torta la mette Nico Paz al 66°: riceve palla al limite, controlla perfettamente, e di sinistro (complice una deviazione) la piazza nell'angolino laddove il portiere della Viola nulla può.