Il ‘coccodrillo’ della Lazio in barriera col Bayern (che la Juve non ha fatto col Porto)
Il ‘coccodrillo' alla Brozovic. Fu il calciatore dell'Inter a spiccare per quella intuizione avuta in allenamento ed escogitata per oppure una ulteriore resistenza in barriera in occasione di un calcio di punizione. Il centrocampista croato si stese alle spalle della barriera così da ribattere una eventuale conclusione rasoterra, la più pericolosa per un portiere che vede sbucare la palla e rischia di restare sorpreso dalla traiettoria e dalla velocità della palla. Una trovata ‘epica'.
In Champions lo ha fatto (anche) la Lazio durante il ritorno degli ottavi di Champions League contro il Bayern Monaco. È Fares il calciatore dei biancocelesti che si piazza dietro i compagni di squadra, provando così a restringere il raggio del tiro, lo spazio e la direzione del tiro dei tedeschi. La cosa si rivela efficace più per demerito dei padroni di casa (il tiro finisce sulla barriera a prescindere) che per merito dello stesso giocatore capitolino.
La Lazio ha pensato di fare il ‘coccodrillo' alla Juventus, invece, è costato caro non metterlo in atto. È successo in occasione del ritorno di Coppa a Torino contro il Porto. La barriera della formazione di Andrea Pirlo, il modo in cui era sistemata male, il mancato utilizzo di quel trucchetto studiato per evitare guai sui calci piazzati furono oggetto di polemiche e discussioni a margine della gara che determinò l'eliminazione dei bianconeri dalla Champions. E così un tiro dai 25 metri di Sergio Oliveira divenne fatale quando poteva essere fermato nella maniera più semplice.
Non solo il mancato ‘coccodrillo', a spiccare fu anche il modo in cui i calciatori della Juventus affrontarono il tiro. Uno in particolare, Cristiano Ronaldo: si volta di spalle, è raggomitolato su se stesso, ha la testa raccolta nelle spalle e sembra quasi temere di essere colpito dalla sfera.