Il clamoroso effetto Ronaldo sul Manchester United: è primo in Premier League da quando è andato via
Cristiano Ronaldo ha ritrovato il sorriso in Arabia Saudita dopo le iniziali difficoltà incontrate nella sua nuova avventura con l'Al-Nassr. Le prime due partite giocate col club di Riad avevano visto il 38enne campione portoghese restare a secco, con tanto di critiche piovute su di lui dopo l'eliminazione dalla Supercoppa nazionale. Poi l'ex juventino si è sbloccato il 3 febbraio nel pareggio con l'Al-Fateh, mettendo a segno il rigore del 2-2 al 93′, ed è esploso in tutta la sua potenza di fuoco con i quattro gol realizzati nell'ultima partita di campionato vinta 4-0 sull'Al-Wahda.
Niente di nuovo per CR7, che di reti ne ha sempre segnati a pacchi e con questo poker si è portato a quota 503 marcature nei campionati nazionali. Eppure il dubbio che la straordinaria macchina da gol del cinque volte Pallone d'Oro si fosse un po' arrugginita sotto i colpi inesorabili del tempo stava insinuandosi in qualcuno, non nel portoghese che sulla sua incrollabile autostima ha costruito un'intera carriera. Ronaldo su se stesso tuttora non ha alcuna perplessità, lui si sente ancora al massimo e non perde occasione per testimoniarlo postando sui propri social immagini dei suoi allenamenti sempre al top e del suo fisico tiratissimo.
L'Al-Nassr al momento è secondo nella Saudi Pro League, tre punti dietro l'Al-Shabab, ma deve recuperare due partite e sembra ben avviato verso la conquista del titolo, sfruttando proprio l'effetto Ronaldo. Chi sicuramente questo effetto lo ha capitalizzato al meglio, ma al contrario, è il Manchester United, col quale il bomber di Madeira si era separato con decisione consensuale lo scorso 22 novembre poco prima dei Mondiali, come atto finale della scia di veleni che si trascinava dall'inizio della stagione e che aveva avuto il suo culmine nell'intervista incendiaria a Piers Morgan in cui aveva vomitato tutto il suo rancore verso il club e il suo tecnico Erik ten Hag, che lo aveva relegato a panchinaro.
Nella prima parte di stagione il contributo di Ronaldo alla causa dello United è stato minimo (un gol in campionato e due in Europa League), ma quello che allora si sospettava soltanto – ovvero che la sua presenza fosse tossica e negativa per la squadra, con ripercussioni sui risultati – ha trovato una conferma clamorosa in quanto accaduto dopo il suo addio: i Red Devils hanno iniziato letteralmente a volare, spinti dai gol di un inarrestabile Rashford, palesemente liberato dall'ombra di CR7.
Quando Ronaldo ha lasciato Old Trafford, la squadra di Ten Hag era quinta in classifica in Premier League, avendo collezionato 26 punti nelle prime 14 partite. Considerando soltanto le gare giocate da allora, lo United sarebbe primo in campionato, con 23 punti ottenuti in 10 match dall'ultima partita del portoghese, in virtù di sette vittorie e due pareggi. L'unica sconfitta del nuovo corso è arrivata contro l'Arsenal il mese scorso, un 3-2 incassato dalla capolista all'Emirates Stadium.
Nella tabella pubblicata da TWTD si evidenzia il vantaggio nel periodo considerato su Brentford e Arsenal (5 e 6 punti rispettivamente), rispetto alle quali lo United ha giocato due partite in più. I Red Devils si sono inoltre qualificati alla finale della Carabao Cup, in cui affronteranno il Newcastle a Wembley il prossimo 26 febbraio, e sono ancora in corsa in FA Cup, quando si è arrivati all'altezza degli ottavi, mentre in Europa League sono attesi dalla doppia sfida di altissimo livello col Barcellona. Se Ronaldo insomma è cascato bene in Arabia Saudita, con emolumenti che potrebbero arrivare a fargli intascare la cifra mostruosa di mezzo miliardo di euro entro il 2025, lo United sembra essersi liberato di un bastone tra le ruote.