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Mondiali in Qatar 2022

Il Cile ci crede ancora e punta sull’esclusione dell’Ecuador dai Mondiali: “Troppe contraddizioni”

Il Cile non si arrende e sogna ancora di prendere il posto dell’Ecuador ai Mondiali 2022 in Qatar: “La sentenza è piena di incomprensioni, contraddizioni e interpretazione affrettata dei fatti”.
A cura di Vito Lamorte
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Il Cile non si arrende. Dopo che la Commissione Disciplinare della FIFA aveva respinto il ricorso sulla posizione del calciatore Byron David Castillo Segura, ecco che la Federazione cilena hanno presentato un altro ricorso ai provvedimenti del massimo organismo calcistico e crede ancora che sia "possibile" andare ai Mondiali 2022 in Qatar.

Il 24 giugno era stata respinta la denuncia con cui La Roja tramite il suo legale, Eduardo Carlezzo, accusava la nazionale dell'Ecuador e il calciatore Byron Castillo di aver falsificato i documenti della cittadinanza. L'obiettivo era quello di far squalificare la Tricolor e andare al Mondiale al loro posto.

Dopo la decisione della FIFA in Cile non sono rimasti a guardare e si sono rivolti alla Commissione d'appello. Tramite il loro legale sono state presentate le argomentazioni a sostegno del ricorso volto a ribaltare la prima decisione e all'interno della quale sono state in evidenza le contraddizioni dei quattro punti della sentenza.

Carlezzo ha impugnato la sentenza e ha lasciato intendere che andrà fino in fondo per invertire quella che ha definito "una delle più grandi ingiustizie" subite nella sua carriera professionale. Su quanto diffuso dalla FIFA, dalla Federazione cilena sono insoddisfatti e affermano che "la sentenza è piena di incomprensioni, contraddizioni e interpretazione affrettata dei fatti".

All'interno del ricorso La Roja ha sottolineato alcuni punti della sentenza in cui vengono riconosciute irregolarità sulla documentazione di Byron Castillo e sulla sua nazionalità, che è in contraddizione con l'ultima sentenza. Per questo, inoltre, il Cile presenterà nuovi test e spera che l'organo mondiale del calcio si renda conto dell'errore.

L'avvocato cileno prima della sentenza della commissione FIFA aveva dichiarato: "Siamo sicuri di quello che stiamo facendo, sappiamo che il giocatore è nato a Tumaco (in Colombia), che tutto quello che è successo è molto grave e quindi richiede la mano ferma della FIFA". Cosa accadrà con questo ricorso? Ci sarà ancora spazio per verificare quanto viene dichiarato dalla federazione cilena o il caso è ormai chiuso? Lo sapremo presto.

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