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Guerra in Ucraina

Il Chelsea non ha soldi per l’aereo: viaggio di 10 ore in pullman per giocare in coppa

La crisi economica in cui si dibatte il club dopo le pesanti sanzioni inflitte ad Abramovich ha conseguenze importanti sulla squadra. “Giocheremo fino a quando avremo le maglie”, dice con orgoglio Tuchel. Ma all’orizzonte si profilano ben altri problemi legati alla logistica e ai costi per i trasferimenti, col rischio di trovare sistemazioni di fortuna.
A cura di Maurizio De Santis
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Le sanzioni economiche inflitte ad Abramovich hanno avuto conseguenze durissime anche sulla squadra del Chelsea, di cui è ancora proprietario.
Le sanzioni economiche inflitte ad Abramovich hanno avuto conseguenze durissime anche sulla squadra del Chelsea, di cui è ancora proprietario.
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Un tour de force. E questa volta nulla c'entra il calendario di impegni ravvicinati. I guai per il Chelsea sono di ben altra natura e sono iniziati il 24 febbraio, quando Putin ha deciso di sferrare l'attacco all'Ucraina scatenando la guerra in Europa. Da allora è cambiato tutto per il club londinese: la vicinanza del proprietario, Roman Abramovich, al leader del Cremlino ha avuto un impatto devastante sui Blues a causa delle sanzioni economiche comminate al miliardario russo. Linea di credito delle banche chiusa, sponsor in fuga, pochi soldi in cassa utilizzare, blocco alle vendite del merchandising, cancellati chiusi dinanzi agli store, stop all'emissione di biglietti, congelato il mercato dei calciatori e una licenza speciale per chiudere almeno la stagione: a questo si è ridotto il club di Stamford Bridge passato in poco tempo dall'opulenza dei mezzi a ristrettezze che comportano grandi sacrifici.

Un brutto segnale che ha messo in allarme i calciatori, alcuni hanno anche allertato i procuratori perché ascoltassero pareri legali per tenersi pronti a tutto: anche a rescindere i contrati, a strapparli se necessario e la situazione fosse tale da restare a secco (anche) degli stipendi. Tutto il resto rientra nel corredo accessorio degli inconvenienti che non erano stato preventivati. Tra questi anche il disagio logistico e la difficoltà a effettuare viaggi e spostamenti.

Domani sera, mercoledì 16 marzo, il Chelsea giocherà in Francia contro il Lille il ritorno degli ottavi di Champions League. Sabato pomeriggio, invece, sarà di scena a Middlesbrough per la gara di FA Cup. E dovrà arrangiarsi, gestendo i trasferimenti serrati in maniera "spartana", contenendo il più possibile i costi per il trasporto, accontentandosi di viaggiare con ogni probabilità in bus (col treno in alternativa o altre sistemazione di fortuna), organizzando il percorso senza sforare il tetto di 20 mila sterline (circa 24 mila euro) imposto nella licenza speciale. Impossibile prendere un volo per arrivare a destinazione, c'è un budget molto ferreo che non ammette eccezioni e va rispettato. Questa al momento è l'unica certezza.

La preoccupazione del tecnico, Tuchel, per il difficile momento che sta attraversando il Chelsea.
La preoccupazione del tecnico, Tuchel, per il difficile momento che sta attraversando il Chelsea.

Se il viaggio in terra transalpina non ha subito variazioni, perché programmato nel periodo precedente alle sanzioni inflitte dal governo a Roman Abramovich, tutto quello che c'è in calendario dopo deve essere gestito diversamente, stimando notevolmente al ribasso le spese. E la trasferta nel North Yorkshire per disputare il match contro il "Boro" è l'esempio più diretto, tangibile dei intoppi a cui i calciatori e lo staff si trovano costretti a far fronte loro malgrado.

Una volta rientrati nel centro sportivo di Cobham dall'impegno europeo, dovranno rassegnarsi a viaggiare per 10 ore (tra andata e ritorno) per raggiungere il Riverside Stadium e onorare l'incontro di coppa. Il tecnico, Tuchel, l'ha presa male e ha commentato con rammarico quel che sta accadendo. "Giocheremo fino a quando avremo le maglie per farlo e come squadra saremo competitivi sempre. Non è una questione di lusso o altre comodità a cui non vogliamo rinunciare – ha spiegato l'allenatore in conferenza stampa -. Ma siamo atleti professionisti, giochiamo partite a distanza di pochi giorni le une dalle altre e abbiamo anche bisogno di riposo. Così invece non è possibile col rischio di avere infortuni. Per questo sarebbe stato meglio arrivare in aereo piuttosto che in bus".

L'orgoglio di Havertz: dinanzi alla possibilità che la squadra sia costretta a viaggiare con mezzi di "fortuna" alternativi s'è detto pronto a pagare anche di tasca propria.
L'orgoglio di Havertz: dinanzi alla possibilità che la squadra sia costretta a viaggiare con mezzi di "fortuna" alternativi s'è detto pronto a pagare anche di tasca propria.

Ma è solo la punta dell'iceberg… immaginare cosa accadrà in caso di qualificazione ai quarti di Champions e di una logistica da preventivare (oltre che mettere in conto) allunga ombre sul futuro prossimo per i grattacapi e le conseguenze che si abbatteranno ancora sulla squadra. Havertz, che è accanto all'allenatore, prende la parola e replica con orgoglio: "Non sarebbe un problema se dovessimo pagarci le trasferte, sia in autobus oppure in aereo. Al mondo in questo momento stanno accadendo cose più grandi e complicate di noi che giochiamo a calcio".

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