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Il Chelsea in vendita, la Premier League non ha dubbi: “Situazione insostenibile, scelta giusta”

Mentre si discute sul reale valore del club londinese, stimato attorno ai 3 miliardi di euro, arrivano garanzie sul futuro: “Nessuna ripercussione sulla squadra”
A cura di Alessio Pediglieri
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Roman Abramovich entro metà marzo vuole sbarazzarsi del Chelsea, club di cui è stato a capo dl 2003 e che da alcuni giorni ha rimesso nelle mani degli amministratori. Una trattativa veloce, richiesta dal magnate russo-israeliano che vuole anticipare così le sanzioni in vista per la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Già sul tavolo abbondano le richieste di possibili acquirenti e alle tre iniziali, se ne sono aggiunte altre due. Di tutte, le più interessanti e concrete riguardano un investitore svizzero e una cordata inglese. Intanto, davanti alla scelta del patron dei Blues, la Premier League ha appoggiato la linea adottata.

Ad accettare senza riserve la scelta immediata di Abramovich di scansarsi dalla proprietà del Chelsea è stato Richard Masters, direttore generale della Premier League, il massimo campionato inglese che ha anche rassicurato i tifosi londinesi di non temere ripercussioni in stagione sulla squadra qualora le sanzioni dovessero raggiungere Abramovich prima della cessione a terzi: "È una situazione francamente insostenibile" ha detto Masters "si tratta di aver fatto la scelta più giusta, una giusta conclusione davanti al verificarsi degli ultimi eventi. Solo così si può ridare stabilità al club e tranquillizzare i tifosi sul futuro della loro squadra".

La decisione di Abramovich era già arrivata lo scorso 26 febbraio quando aveva annunciato le proprie dimissioni da proprietario e presidente. Il Chelsea è stato affidato agli amministratori e al Fondo benefico, in attesa di una cessione definitiva a terzi. Una notizia che aveva in un primo momento sconvolto il mondo del calcio inglese e non solo, con anche il sospetto di una mossa di convenienza e ci copertura per raggirare eventuali provvedimenti. Invece, l'intenzione è stata confermata dallo stesso Abramovich che poi ha comunicato che tutto il ricavato della vendita sarà devoluto alla popolazione ucraina vittima del conflitto con la Russia.

Abramovich ha acquistato il Chelsea nel 2003: lo ha pagato 140 milioni di euro
Abramovich ha acquistato il Chelsea nel 2003: lo ha pagato 140 milioni di euro

Ma a quanto ammonta il valore del club londinese che attualmente si fregia del titolo continentale conquistato in Champions League e di quello intercontinentale con la vittoria nel Mondiale per Club? Abramovich avrebbe stilato il prezzo: 3.5 miliardi di euro, una cifra monstre (quando arrivò un ventennio fa lo pagò meno di 150 milioni) ma che non ha fatto desistere eventuali acquirenti, tra cui anche Conor McGregor, che si è detto disposto a trattare. Ma al di là della provocazione da parte del lottatore di origini irlandesi di MMA, la realtà è che sul tavolo ci sono offerte più che concrete, da parte di imprenditori che si sono inseriti nel discorso.

Chi è in pole position sembra un consorzio svizzero-americano, composto dal magnate made in USA Todd Boehly e dall'imprenditore elvetico Hansjorg Wyss. L'offerta iniziale è decisamente più bassa, attorno ai 2,2 miliardi di euro: Boehly non ènuovo al mondo dello sport professionistico, possiede quote della squadra di baseball dei LA Dodgers, mentre Wyss è un milionario svizzero che ha costruito le sue fortune nel settore medico-sanitario e che ha intenzione di inserirsi nel business del calcio. Tra domanda e offerta balla più di un miliardo ma a far da tramite tra le parti ci sono i banchieri statunitensi di Raine Group, cui Abramovich ha dato incarico.

Il secondo possibile filone di acquirenti porta direttamente in Gran Bretagna: si tratta di Jim Ratcliffe, il padrone dell'impero chimico Ineos e l'uomo più ricco del Regno Unito accreditato di una fortuna personale che sfiora i diciassette miliardi di dollari, pronto a subentrare ad Abramovich. La sua proposta non è stata resa nota ma la trattativa potrebbe aprirsi nei prossimi giorni: il Chelsea oramai è un club in vendita, non al primo offerente, ma al migliore.

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