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Il caso dei falsi italiani travolge l’Arsenal: Martinelli coinvolto nell’inchiesta di Lauriano

Nell’inchiesta della procura di Ivrea è comparsa anche la foto di Gabriel Martinelli, finito al centro della bufera per le false cittadinanze italiane.
A cura di Ada Cotugno
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Nelle carte dell'inchiesta sui falsi italiani partita dal comune di Lauriano, un paese di circa 1500 abitanti in provincia di Torino, è finito anche Gabriel Martinelli. Tra i documenti della procura di Ivrea c'è proprio una sua foto del 2019 che lo ritrae assieme al padre, Joao Martinelli, nella piazza del paese. Entrambi sono iscritti all'Aire, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero.

Martinelli infatti gode del doppio passaporto ed è stato anche vicino a indossare la maglia della Nazionale Italiana, prima di scegliere di rappresentare il Brasile a livello internazionale. Anche la sua famiglia è finita al centro dell'inchiesta nata per far luce su certificati di residenza fasulli elargiti a pagamento che coinvolge dieci persone.

Gabriel Martinelli in posa assieme al padre, Joao
Gabriel Martinelli in posa assieme al padre, Joao

Il giocatore non è indagato, ma suo padre e altri 67 connazionali risultano tutti residenti all'interno di un bed&breakfast (Cascina Colombaro) di sole due stanze a Lauriano. Come riportato da La Stampa, i due ex responsabili della struttura assieme al sindaco Matilde Casa, alla responsabile dell’anagrafe e a un dipendente del comune sono tutti indagati per associazione a delinquere, corruzione e falsità ideologica.

I cittadini stranieri si rivolgevano alla società Rotunno-immigration solution & business per ottenere la cittadinanza italiana tramite lo "iure sanguinis" senza averne realmente diritto: per rilasciare i documenti venivano versati tra i 1500 e i 10mila euro e per facilitare la pratica venivano donati regali alla responsabile dell'anagrafe e al sindaco che avrebbe ottenuto anche un computer per la biblioteca comunale.

Tra i cittadini stranieri coinvolti ci sarebbe appunto il padre di Gabriel Martinelli che il 3 aprile 2019 ha ottenuto la falsa autorizzazione a stabilire la residenza al bed&breakfast senza averci mai soggiornato, neanche per una notte, dato che in quei giorni pernottava presso un'alta struttura nella provincia di Torino.

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