Il capolavoro di una Lazio da Scudetto contro un’Inter troppo morbida
La Lazio rinforza la candidatura per lo scudetto. Il 2-1 nel big match contro l'Inter, nella sfida che allunga l'imbattibilità interna dei biancocelesti, è il successo di Simone Inzaghi e della sua lettura della partita. E' la sconfitta di un'Inter troppo morbida nel secondo tempo dopo il vantaggio di Young a un passo dall'intervallo. Tardivo l'ingresso di Eriksen, che gioca 17 minuti e contribuisce a velocizzare il gioco dell'Inter negli ultimi trenta metri. Ma non basta ai nerazzurri per evitare la sconfitta.
I numeri della partita
La Lazio chiude la partita con due tiri in porta in più, 6 a 4, e nove passaggi completati in più nella trequarti d'attacco. L'Inter, a parità di occasioni create, registra un appoggio in più nell'area di rigore avversaria 89 a 8). Inzaghi poggia su Luis Felipe e Radu, che hanno completato più appoggi di tutti, 64 e 63, l'Inter si affida nell'uscita bassa a Godin che 20 volte tocca per Candreva. Ma la vera chiave della partita sta nei 19 palloni che Luis Alberto tocca per Milinkovic-Savic, disegnando un cambio di fronte orizzontale o più spesso diagonale che costringe il centrocampo nerazzurro a ripiegamenti spesso affannosi. I 13 contrasti vinti a 6 confermano anche l'impressione di maggiore energia della Lazio, nonostante gli 8 anticipi a 12.
Le formazioni
Inzaghi, che non perde in Serie A dalla gara d'andata, recupera Luis Alberto e Milinkovic come mezzali, e sceglie Marusic sulla fascia destra per Lazzari. Conte, ancora con Padelli in porta, lascia ancora Eriksen in panchina. Si fida di Vecino a completare il trio di centrocampo con Barella e Brozovic. C'è Godin che festeggia il compleanno in difesa, c'è Lautaro dopo la squalifica in attacco.
La presenza di Candreva a destra suggerisce un'Inter con un piano di gioco più aggressivo nella fase di recupero del pallone. Chiari già dai primi minuti gli accoppiamenti in fase di non possesso. Nell'Inter Lautaro si abbassa, si posiziona in verticale alle spalle di Lukaku per schermare Lucas Leiva. Caicedo compie un lavoro simile su Brozovic, andando poi a cercare spazio verso il centro-destra. Va a sfidare il fischiatissimo ex De Vrij.
Una partita a scacchi che inizia a basso ritmo
Il ritmo rimane basso nei primi dieci minuti, nessuno vuole sbagliare o concedere corridoi sulla trequarti. La Lazio muove bene il pallone in orizzontale, e quando Barella non accorcia su Milinkovic-Savic l'Inter qualcosa rischia. La traversa che il serbo colpisce al 10′, con Padelli che osserva, è un segnale. Con i due esterni di centrocampo che si abbassano a formare una linea difensiva a cinque, sono ancora più decisive le letture preventive di Vecino e Barella, che nella fase di uscita bassa della Lazio esce contro il centrale di destra mentre Lautaro arretra da trequartista.
La Lazio aspetta, assorbe il possesso nerazzurro, impedisce le giocate schematizzate di una squadra che funziona bene quando può distendersi in campo aperto, come in occasione del coast to coast di Brozovic che appoggia poi sulla corsa per il diagonale di Lukaku.
Milinkovic-Savic jolly della Lazio
Per la Lazio resta fondamentale la fascia destra. Gli inserimenti di Marusic, con Milinkovic-Savic che accompagna, mettono Young in difficoltà e costringono l'Inter a scivolare velocemente nella zona del pallone. Due le conseguenze: aumentano le conclusioni dai 18-20 metri che provengono dallo spazio di mezzo di centro destra, in alternativa il fraseggio paziente va a liberare Luis Alberto. Lo spagnolo, il meno inquadrabile e prevedibile dei centrocampisti biancocelesti, gioca di fatto da regista aggiunto della squadra nelle due fasi.
Nella prima situazione in cui lo spagnolo si rivela meno attento in copertura, meno rapido nell'occupazione dello spazio, l'Inter passa in vantaggio. Nella sua zona transita il passaggio di Young per Candreva, che taglia il campo e invita l'altro ex della sfida a incrociare di destro. L'Inter porta tanti uomini sul pallone, e Young sulla respinta gira in porta. Di cambi di gioco dalla sinistra per Candreva, alle spalle di Jony, se ne vedranno ancora.
Nella ripresa la Lazio cambia la partita
La partita, intanto, cambia ad inizio ripresa. De Vrij, che aveva commesso un decisivo fallo da rigore due anni fa contro l'Inter nella sua ultima partita all'Olimpico e con la maglia della Lazio, provoca il penalty del pareggio: rigore di Immobile, al 26mo gol in Serie A.
Inzaghi chiede ai due esterni, Jony e Marusic, di giocare più alti, di sfruttare l'onda positiva del gol del pareggio per provare a tenere Young e soprattutto Candreva più bloccati. Conte continua a utilizzare Lautaro come lavoratore nell'ombra tra le linee, con compiti più di sacrificio, di facilitatore di ripartenze in verticale. Ma la Lazio si schiera bene lungo l'intera ampiezza del campo quando si tratta di difendere. Per questo, oltre ai movimenti di Lautaro, servono gli scatti e i passaggi progressivi di Barella che fa avanzare il pallone e supera una linea di pressing mettendo almeno un uomo in meno tra il portatore di palla e la porta.
L'Inter va sotto, Conte inserisce Eriksen
Al 62′ escono Jony e Caidedo per Correa e Lazzari, che va a destra a sfidare Young con Marusic spostato a sinistra. Young però va da solo in progressione, lanciata con un tunnel, fermato in area da un notevole intervento sul pallone di Luis Felipe.
La Lazio gestisce meglio i tempi, i momenti, i respiri della partita. Resta fondamentale il lavoro delle mezzali. Prima Luis Alberto spezza le linee di difesa e centrocampo dell'Inter e appoggia per la conclusione altissima di Correa. Poi Milinkovic-Savic esacerba l'incertezza difensiva dell'Inter dopo un salvataggio sulla linea di Brozovic e piazza il diagonale del 2-1. Lukaku non è così deciso nel contrasto, né Padelli così reattivo anche se vede partire tardi il pallone.
Entra Eriksen per Brozovic, Conte ribalta il vertice del centrocampo con il danese trequartista. Appena entra, calcia subito da fuori, prova a entrare nell'atmosfera della partita. Sulla respinta di Strakosha, Young crossa dal vertice dell'area piccola crossa per Lautaro che in tuffo segna ma è in fuorigioco. Il confronto resta una successione di mosse e contromosse studiate. All'ingresso di Eriksen, che avanza la principale mente del gioco dell'Inter, Inzaghi risponde con Cataldi per Leiva. Il nuovo entrato va ad occupare proprio quella zona di campo, con più gamba e in più la possibilità di spendere qualche fallo all'occorrenza.
Se la partita resta in piedi è merito di Padelli che chiude su Immobile al minuto 87. Ma il suo inserimento tra due difensori nerazzurri è il manifesto dell'atteggiamento troppo morbido della squadra di Conte nel secondo tempo.