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Il calvario dell’ex Inter Alberto Rivolta: “Combatto da anni contro una malattia rarissima”

I tifosi nerazzurri non lo hanno mai dimenticato. Alberto Rivolta ex difensore dell’Inter dei record di Trapattoni, vincitrice dello scudetto 1988/1989, dopo aver appeso le scarpette al chiodo ha dovuto affrontare una partita ben più difficile, di quelle vissute nella sua carriera anche con le maglie di Parma, Cosenza, Livorno e Seregno. Rivolta ai microfoni de Il Giorno ha raccontato la durissima battaglia contro la malattia, che dura ormai da diversi anni.
A cura di Marco Beltrami
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I tifosi nerazzurri non lo hanno mai dimenticato. Alberto Rivolta ex difensore dell'Inter dei record di Trapattoni, vincitrice dello scudetto 1988/1989, dopo aver appeso le scarpette al chiodo ha dovuto affrontare una partita ben più difficile, di quelle vissute nella sua carriera anche con le maglie di Parma, Cosenza, Livorno e Seregno. Rivolta ai microfoni de Il Giorno ha raccontato la durissima battaglia contro la malattia, che dura ormai da diversi anni.

Chi è Alberto Rivolta, ex difensore dell'Inter campione d'Italia nella stagione 1988/1989

Alberto Rivolta classe 1967 ha iniziato la sua carriera nelle Giovanili di Pro Lissone prima e Inter poi. Con i nerazzurri ha esordito tra i professionisti in Serie A e Coppa Uefa, prima del prestito a Parma e della comproprietà con il Cosenza, poi risolta a favore della società milanese. Nella stagione di grazia per l’Inter 1988/1999, conclusasi con la vittoria dello scudetto, è sceso in campo per l'ultima volta con la maglia dell'Inter, alla penultima giornata sul campo del Torino. Ad ottobre poi il passaggio al Livorno dove è rimasto per due stagioni prima di chiudere al Seregno. Impossibile dimenticare il successo con i nerazzurri per Rivolta alle prese con una grave malattia: "Ho avuto modo di far parte dell’Inter dei record, quella del Trap e di Zenga, di Matthäus e Riccardo Ferri. Ero riserva, vero, ma nella stagione dello scudetto, 1988-1989 almeno una presenza l’ ho fatta, e la gente mi associa a quella squadra. Perciò tanti tifosi si sono ricordati di me, con affetto, ora che sto combattendo una terribile malattia".

Alberto Rivolta racconta la battaglia contro una malattia rarissima

Ai microfoni de Il Giorno, Alberto Rivolta ha raccontato la sua battaglia con la malattia, iniziata così: "Nel 1994 avevo tanto mal di schiena, smisi di giocare anche per quel motivo: non ce la facevo col mal di schiena, camminavo male, sbattevo contro i muri, facevo la doccia e sbandavo. La diagnosi fu: ependimoma midollare. In pratica un tumore rarissimo del sistema nervoso centrale. Però il primario del San Gerardo mi operò evitandomi la sedia a rotelle che in quei casi invece è molto probabile. La riabilitazione durò otto mesi, un periodo lungo e molto duro, ma almeno avevo trovato il dottore giusto. Il problema della malattia era la recidiva e dopo due anni ecco gli stessi guai. Fui costretto ad un’altra operazione, recuperai l’uso delle gambe. E poi avanti con fisioterapia e radioterapia".

Il calvario di Rivolta e le tante operazioni chirurgiche

Un vero e proprio calvario per rivolta, che ha iniziato a sottoporsi ad una lunga serie d'interventi: "Non potevo giocare a calcio e correre ma almeno avevo una vita quasi normale. Poi nel 2006 mentre ero al mare un altro doloroso mal di schiena: colpa di tante microlesioni a livello lombare. Feci la risonanza. poi una nuova operazione ma non riuscirono a eliminare tutte le lesioni. E da lì al 2013 fu un calvario: ogni anno un intervento chirurgico, prima dorsale, poi lombare e anche cervicale. I medici riprovarono con la radioterapia ma dal 2013 sono paralizzato… le gambe non si muovono più. Nuova riabilitazione al Cto di Milano, fra i 6 e 8 mesi, per imparare a stare su una sedia a rotelle. Però cercarono di tranquillizzarmi dicendo che non avrei avuto problemi alla testa. E invece…".

Rivolta, la paralisi e l'aiuto del medico dell'Inter Volpi

Rivolta ha dovuto affrontare la paralisi, per una malattia peggiore della Sla. In questi anni non è rimasto solo, ma è stato aiutato anche dall'Inter : "Il giorno del mio compleanno fui operato alla parte destra e persi udito, occhio, la bocca restò storta, addirittura non mi volevano operare, ma sono una testa dura. Per 25 anni lottavo contro questa malattia e non volevo mollare… Ho rischiato e tutto sommato e andata bene, avendo perso solo un occhio, l’udito e la bocca storta, è andata bene. Peggio della Sla? La verità è che essendo una malattia molto rara le cause farmaceutiche non hanno interesse nella ricerca, considerata la rarità. Comunque nel periodo peggiore, tramite l’attuale medico dell’Inter, professor Volpi, mi hanno trovato posto all’Humanitas dove c’è un dottore che si occupa della mia malattia… Tre cicli di radioterapia testa, cervicale, e dorsale e poi una radioterapia chirurgica mirata per colpire determinate cellule"

Dove vive oggi Alberto Rivolta

Dove vive oggi Alberto Rivolta? L'ex difensore ha raccontato la sua attuale realtà, con la voglia di continuare a lottare e sopravvivere: "Io abito a Lissone, ma adesso sono in un hospice a Monza. A casa non ero più gestibile, non riuscivo neppure a passare dal letto al bagno e così mia moglie ha trovato una soluzione, cercando un posto dove potessero aiutarmi. Io sono un po’ duro e se mia moglie mi avesse detto “ti ho trovato questo posto” beh non ci sarei andato. Ma dovevo farlo, respiravo male, e rischiavo molto. E ho due figli, uno di 22 e l’altro di 16. Possibilità di guarire? Quelle no, ma sopravvivere forse. Sono qui, a due chilometri da casa mia, mi stanno curando alla grande: morfina, buscopan, una pompa nella gamba che mi inietta morfina 24 ore al giorno".

Rivolta e l'affetto degli ex compagni dell'Inter

In questi anni di battaglia contro la malattia, Rivolta non è mai stato lasciato solo dagli ex compagni e non ha mai smesso di vedere le partite della sua Inter: "I miei compagni di squadra dello scudetto dei record. Pensi, qualche giorno fa è venuto Baresi. Malgioglio passa tutte le settimane. E poi Riccardo Ferri, Ciocci, insomma gli amici non mi hanno dimenticato. Poi è venuto anche Patrizio Sala, non me lo sarei mai aspettato.La mia speranza è tenere duro ma è molto difficile. L’ho fatto per 27 anni e non mollo adesso. Chiesi al primario se ci poteva essere un nesso con i farmaci assunti in carriera, perché ne presi davvero tanti. Lui me l’ha escluso e mi fido di quel che dicono i dottori. La sofferenza è tanta, però è sempre un piacere quando i tifosi e gli ex compagni di squadra vengono a trovarmi. E poi sono interista fino al midollo. Non mi perdo una partita anche se sono in ospedale, spero a fine anno di poter festeggiare con loro".

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