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Il calcio fluido dell’Inter di Inzaghi: perché i difensori sono a centrocampo quando parte l’azione

L’Inter di Simone Inzaghi si dimostra una delle squadre più fluide e relazionali d’Europa, se non del mondo, per come interpreta alcune situazioni in campo: la gara contro l’Atletico Madrid ci lascia alcuni spunti di riflessione.
A cura di Vito Lamorte
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Foto presa dal profilo X di 'Bili' (@IMBili8).
Foto presa dal profilo X di ‘Bili' (@IMBili8).

L'Inter ha vinto meritatamente la partita d'andata degli ottavi di finale di Champions League contro l'Atletico Madrid e ora si dovrà preparare al meglio per poter affrontare il ritorno al Metrpolitano. La squadra di Simone Inzaghi ha battuto per 1-0 i Colchoneros ma il vantaggio poteva essere maggiore se avesse concretizzato le occasioni costruite nel secondo tempo.

I nerazzurri nella seconda parte della partita di San Siro hanno occupato quasi stabilmente la metà campo avversaria e hanno costruito molte palle gol prima di sfruttare un errore della squadra di Diego Simeone che ha portato alla rete decisiva di Marko Arnautovic.

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Anche in occasione del match di Champions l'Inter ha messo in mostra una grande organizzazione e idee per provare a scardinare l'ottimo impianto che il Cholo aveva costruito per provare ad uscire indenne da San Siro.

La mossa di Marcos Llorente nel ruolo di ‘attaccante-incursore' con Griezmann ha sorpreso ma neanche troppo perché Inzaghi era cosciente di dover fare la partita fin da subito e indirizzare il doppio confronto. Così l'Inter ha cercato di essere propositiva fin da subito e ha costruito la solita mole di gioco e di occasioni che quest'anno la rendono una delle squadre più interessanti da vedere nel panorama europeo.

Una delle situazioni che è balzata all'occhio durante i 90′ fa riferimento alla costruzione dell'azione partendo dal portiere con un 4-3 che vedeva i due esterni larghi (Darmian e Dimarco) e due uomini nella zona centrale con un vertice dei ‘3' che veniva a formare un triangolo per fare da ‘parete' e girare la palla. La cosa che più esalta questa situazione è spesso il trio in mezzo al campo è composto dai tre difensori centrali, ovvero de Vrij, Pavard e Bastoni, con Barella e Calhanoglu nella posizione di centrali difensivi.

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Messa così a ‘bocce ferme' sembra piuttosto semplice ma si tratta di un lavoro davvero interessante perché gli avversari perdono i punti di riferimento e in caso di errore di posizionamento o di distanza tra i reparti l'Inter può sfruttare subito la sua capacità di andare in verticale per andare a calciare verso la porta. Riconoscere e interpretare le varie situazioni per provare a mettere in difficoltà gli avversari: lavorare il pallone senza fretta e con pazienza per poi cambiare ritmo e andare a colpire.

Questa variante è stata proposta evidentemente ieri per poter sfruttare le qualità dei due centrocampisti in impostazione e avere uomini in grado di recuperare la palla in mezzo subito; ma solitamente l'Inter costruisce con un difensore centrale che si alza e Calhanoglu che va di fianco ad Acerbi a costruire; Bastoni e Pavard si posizionano larghi e i quinti vanno ad affiancarsi ad uno degli attaccanti con il secondo attaccante che diventa ‘sottopunta'.

Soluzioni studiate che variano a seconda dell'avversario che si ha di fronte. In questo momento l'Inter si dimostra una delle squadre più fluide e relazionali d’Europa, se non del mondo, per come interpreta questo tipo di situazioni.

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