Il calcio femminile passa al professionismo, figuraccia della Serie A: non era d’accordo
L'annuncio tanto atteso è arrivato. Il presidente della FIGC Gravina al termine del Consiglio federale ha reso noto il passaggio al professionismo del calcio femminile. Queste le prime parole del numero uno del calcio italiano: "Dal primo luglio inizia il percorso del professionismo del calcio femminile, siamo la prima federazione in Italia ad avviare e ad attuare questo percorso".
Quindi dalla stagione 2022-2023 il calcio femminile passa al professionismo, sarà così per la Serie A, e questo è davvero un grande traguardo, giunto dopo quasi tre anni dallo splendido Mondiale 2019. Al termine di quella manifestazione le stesse calciatrici chiesero alla federazione il passaggio al professionismo, spalleggiate anche dal numero uno del Coni Malagò, che all'epoca disse: "È indispensabile che venga riconosciuto il professionismo, ma non deve riguardare solo le ragazze del calcio. Sono un portabandiera di questo riconoscimento".
Ora il professionismo è realtà. Anche se l'ultimo passaggio è stato comunque complicato. Nell'Assemblea interna tutti i club della Serie A avevano votato a favore. Ma quando si è arrivati all'atto pratico, quello formale, e cioè il Consiglio Federale, la Serie A, rappresentata dal presidente di Lega Lorenzo Casini e dai delegati Lotito e Marotta, ha incredibilmente votato contro il professionismo per il calcio femminile.
La discussione tra i rappresentanti della Serie A del calcio maschile e il presidente Gravina è esplosa velocemente, ma altrettanto rapidamente è tornata la calma. E il presidente di Serie A Casini ha chiesto di rivotare, e nella votazione successiva è arrivato un grosso sì. Il presidente della Lazio Lotito successivamente commentando l'iniziale no ha detto: "C'è stato solo un malinteso".
Il numero 1 della FIGC, successivamente, ha confermato le resistenze della Serie A: "C’è stata qualche piccola resistenza della Lega di A che riteneva di proporre un eventuale rinvio ma poi abbiamo raggiunto un accordo perché non si poteva tornare indietro. Quando si delibera qualcosa bisogna essere coerenti".
Il primo traguardo è stato raggiunto ed era ora. Poi magari in futuro anche le calciatrici della nazionale italiana avranno gli stessi emolumenti dei calciatori della nazionale maschile, come accade già per l'Olanda, il Brasile e gli Stati Uniti.