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Il calciatore più ricco al mondo è semisconosciuto: ha uno stipendio da 2600 euro ma non gli serve

Faiq Bolkiah è il nipote del sultano del Brunei, un Paese del Sud Est asiatico che deve la sua prosperità alla riserve pertolifere e di gas naturale. Il calciatore ha 25 anni e la sua famiglia ha un patrimonio di 18 miliardi di euro, quasi 20 volte in più quello di Messi e CR7 insieme.
A cura di Maurizio De Santis
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Faiq Bolkiah ha 25 anni, gioca nel club thailandese del Ratchaburi e pratica il football per sport, perché – dice – "a differenza dei miei fratelli voglio realizzare qualcosa e non essere simile a loro". È il calciatore più ricco al mondo: il patrimonio della sua famiglia ammonta a 20 miliardi di dollari (18 miliardi in euro), quasi venti volte di più rispetto a quello stimato per Cristiano Ronaldo e Lionel Messi insieme. Volendo, potrebbe decidere anche di acquistare uno dei club più costosi al mondo come il Manchester United (6 miliardi di dollari) e gli avanzerebbero un po' di ‘spiccioli' da investire sulla squadra.

Da dove arriva tutta questa fortuna? Non l'ha certo accumulata per gli stipendi percepiti da calciatore. Attualmente, secondo alcune stime recenti, guadagna 2600 euro al mese, 31 mila circa all'anno. Usa questa porzione di soldi a mo' di mancia, considerato che per gli sfizi personali spende circa 35 milioni al mese tra auto fuori dal comune, beni di lusso e intrattenimenti di varia natura (vacanze comprese). Dispone di una carta di credito da usare in caso di necessità con un tetto massimo di circa 800 mila euro di spesa. Come cadere su un cuscino di piume dorate. Anche gli animali domestici che gli fanno compagnia non sono usuali: ha con sé tigri e leopardi. Lui può.

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Chi è questo ragazzo d'oro? È il nipote del sultano del Brunei, Muda Hassanal Bolkiah, e figlio del principe, Jeri. Il Paese del Sud-Est asiatico ha una popolazione di poco superiore ai 400 mila abitanti ma è ricchissima grazie ai giacimenti di gas e petrolio che fanno di quella lingua di terra sull'Isola di Borneo uno Stato molto prospero.

Gli averi di Faiq Bolkiah sono tali che quando ha debuttato con il Brunei a Singapore all'età di 17 anni, lo stadio era sorvegliato come fosse atteso un Capo di Stato e guardie del corpo si occupavano della sua sicurezza. Come atto di maestà imperiale, gli assistenti personali gli tolsero perfino i cerotti dai piedi e viveva con il resto del suo stuolo di collaboratori in albergo.

Scandalo a corte per una poco chiara storia di truffa. Il padre di Faiq, il principe Jefri, fu coinvolto in una vicenda dai contorni nebulosi per le accuse di appropriazione indebita e distrazione di fondi che gli furono mosse quando ricopriva l'incarico di ministro delle finanze affidatogli dal fratello. Aveva in mano la cassaforte del potere e, raccontano le cronache, l'avrebbe utilizzata (anche) a fini personali provocando un ingente dissesto economico. Sei mogli, 18 figli, uno stile di vita fatto di eccessi e presunti malcostumi sessuali, un ego così smisurato da commissionare perfino una statua che lo ritraesse durante un amplesso fecero parte del corredo accessorio dello scandalo scoppiato in quella porzione di mondo che ha beni (quasi) illimitati.

Il caso ha trovato la soluzione in un accordo transattivo dopo un periodo di esilio (Jefri è tornato in Brunei nel 2009, Faiq è nato a Los Angeles nel 1998, si spiega così la doppia nazionalità) e una lunga diatriba legale, ma fu difficile riuscire a sbrogliare quella matassa ingarbugliata a causa della natura segreta dell'amministrazione statale e del confine molto labile tra finanze dello Stato e della famiglia reale.

La carriera, il ruolo, il sogno di diventare un calciatore professionista. Faiq è altro 176 cm e in campo gioca da ala destra (lo stesso piede con il quale calcia), ha un fisico longilineo ma non imponente che gli permette d'avere buona rapidità nel dribbling e puntare dritto verso la porta, qualità che ha sempre ammirato nel suo idolo, Ronaldo: non il portoghese, bensì il Fenomeno brasiliano.

"Gioco a calcio da quando sono piccolo, ho sempre avuto un pallone tra i piedi. Ed è quello che voglio fare". È il mantra di Faiq che ha iniziato la carriera nelle giovanili del Southampton a 11 anni fino a quando nel 2014 il Chelsea non lo ingaggia e gli fa firmare un contratto biennale. Dopo un paio di anni, però, si trova punto e accapo: riparte dallo Stoke City con il quale riesce ad allenarsi assieme agli under ma non avrà molta fortuna. Il Leicester City della famiglia Srivaddhanaprabha, grazie ai buoni rapporti con la Casa Bolkiah, nel 2016 gli concesse una possibilità offrendogli il suo primo accordo da professionista e inserendolo nella squadra ‘riserve'.

Faiq andrà in campo in qualche partita di Youth League ma non riuscirà mai ad arrivare in prima squadra. Nel 2020 fu di nuovo svincolato e si trasferì in Portogallo al Maritimo. Zero presenze nella prima stagione, 2 in quella successiva: dopo 2 anni saluta il calcio lusitano e sbarca nella massima divisione thailandese; va al Chonburi e da giugno scorso è al Ratchaburi. Con la nazionale maggiore del Brunei ha finora accumulato 6 convocazioni e segnato 1 gol (3-2 contro il Laos nel 2016). "Voglio che la mia famiglia e il mio Paese siano orgogliosi di me", dice Faiq, il golden boy del football che il calcio professionistico l'ha solo assaporato ma ha 20 miliardi di buone ragioni per non avere l'ansia da prestazione.

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