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Il calciatore che ha scambiato la maglia con Messi: “L’ho tenuta sporca sul cuscino per mesi”

Nel 2020 Matias Vargas è riuscito a scambiare la maglia con Leo Messi, oggi racconta come ci ha dormito per mesi avendola sul cuscino vicino a lui: “Mia mamma voleva larvarla, le ho detto di non toccarla”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Vargas e Messi nel derby tra Espanyol e Barcellona del gennaio 2020
Vargas e Messi nel derby tra Espanyol e Barcellona del gennaio 2020

Scambiare la maglia con Leo Messi è qualcosa che può valere come un trofeo vinto, se non di più, soprattutto se sei argentino e quella ‘camiseta' hai sognato di averla fin da quando hai iniziato a giocare a calcio.  Matias ‘Monito' Vargas ha iniziato la sua carriera in patria nelle file del Velez, poi nel 2019 – quando aveva 22 anni – è approdato in Europa, firmando per l'Espanyol in Spagna. Ha dunque potuto giocare non una partita qualsiasi contro Messi, ma addirittura il derby di Barcellona: è accaduto 6 mesi dopo il suo arrivo. Quel 4 gennaio 2020 Vargas non lo dimenticherà, perché è riuscito a scambiare la maglia con l'otto volte Pallone d'Oro.

Un momento della sua vita memorabile, che Vargas – ex compagno di Balotelli all'Adana e oggi in Cina con lo Shanghai Port – ha raccontato in un'intervista a Fox Sports, condendolo con un gustoso retroscena su come ha trattato quella maglia per lui quasi sacra. "Quando sono arrivato all'Espanyol ho avuto un divieto assoluto su Messi, perché mi dicevano ‘non si può dire nulla su Messi' – ha premesso – Io ho detto: ‘Beh, ma se mi chiedono chi è il migliore al mondo, non dirò Ronaldo o Mbappé, non mentirò su questo'".

Il 'Monito' Vargas con la maglia dell'Argentina Under 23
Il ‘Monito' Vargas con la maglia dell'Argentina Under 23

Poi ha raccontato lo scambio di maglia con Messi: "Ho giocato contro di lui e abbiamo scambiato la maglia. Alcuni compagni abituati a picchiare Leo mi hanno detto ‘chiedigli la maglia, sei argentino'. Me l'ha mandata. Non potevo parlargli in campo, perché in quella partita alla fine pareggiammo e ne uscì molto accalorato. Ho mandato la mia maglia nel suo spogliatoio e lui mi ha fatto avere la sua".

La parte più succosa del racconto è quella relativa a come il 26enne centrocampista argentino si è preso cura di quel prezioso feticcio per mesi: "La cosa intima che racconterò è che ho dormito con quella maglietta accanto al cuscino per due o tre mesi. Sporca, proprio com'era quando l'ho avuta. Non sono mai riuscito a dirlo… Mia madre è venuta e mi ha detto ‘lasciamela lavare'. Le ho detto ‘non lavarla, non toccarla'. La appendevo ogni mattina e quando andavo a dormire lo prendevo e la toccavo".

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