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Il Cagliari minaccia: “Dovremo avere il coraggio di non scendere in campo alla prima di campionato”

Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini denuncia la gravità della situazione finanziaria dei club, attaccando le istituzioni politiche italiane: “Il sistema è al collasso, non siamo stati considerati nei ristori e non abbiamo garanzie su quando riapriranno gli stadi”. Il numero uno rossoblù invita ad un gesto forte all’inizio del prossimo campionato.
A cura di Paolo Fiorenza
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Mentre le società di Serie A litigano ancora una volta in assemblea di Lega, non riuscendo a trovare la maggioranza per approvare il nuovo orario ‘spezzatino' che prevederebbe 10 partite in 10 slot diversi, da Cagliari arriva un "disperato grido d'allarme" – per dirla alla Andrea Agnelli – sulla capacità dei club italiani di sopravvivere alla durissima congiuntura economica post pandemia.

È il presidente Tommaso Giulini ad agitare addirittura lo spettro di uno sciopero nella sua intervista a ‘Repubblica': "Il sistema è al collasso, non siamo stati considerati nei ristori e non abbiamo garanzie su quando riapriranno gli stadi. Dovremo avere il coraggio di non scendere in campo alla prima di campionato. Non è possibile che non ci sia permesso di fare calcio. Si rischia di far scappare imprenditori seri che ci mettono denaro, passione, non vedono un briciolo di sostegno dal governo e non hanno garanzie che da agosto si riaprano gli stadi. Non abbiamo ricevuto aiuti a fronte di perdite enormi. Abbiamo 300mila addetti, 30 milioni di tifosi, la Serie A garantisce un gettito fiscale da un miliardo. I mancati introiti del ticketing sono più del 50% delle perdite dell’ultima stagione".

Il club sardo, che ha confermato Leonardo Semplici in panchina dopo la salvezza centrata con lo straordinario finale di campionato, spinge per avere quanto prima nuovamente i tifosi sugli spalti, ma batte anche sul tasto dei nuovi impianti di proprietà dei club: "La preoccupazione principale di Gravina dovrebbe essere far riaprire gli stadi di Serie A, più che quello che farà la Nazionale agli Europei. I club sono super indebitati e noi sosteniamo anche le categorie inferiori. Il nuovo stadio? Altro tema essenziale di cui deve occuparsi il governo. Va bene la nuova legge Draghi sulle infrastrutture, ma non è ancora sufficiente: in Italia per fare uno stadio devi passare per decine di commissioni, bisogna semplificare. A noi la burocrazia è già costata 3 milioni, quasi 4. E se cambiassimo iter li butteremmo via. Servirebbero contributi a fondo perduto per gli stadi – conclude Giulini – Come credo sia stato fatto a Bologna e Firenze".

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