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Il gesto di Politano verso Garcia nasconde un’amara verità per il Napoli: di chi è la colpa della crisi

La reazione del calciatore al momento del cambio s’inserisce nel solco dell’insofferenza manifestata anche da Kvaratskhelia e Osimhen. Ma dietro quegli atteggiamenti c’è qualcos’altro.
A cura di Maurizio De Santis
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La reazione stizzita di Politano al momento del cambio.
La reazione stizzita di Politano al momento del cambio.

Matteo Politano dopo Victor Osimhen, Kvicha Kvaratskhelia e la sortita del procuratore di Mario Rui per la gestione del tecnico nei suoi confronti. Il gesto di stizza dell'esterno d'attacco del Napoli si manifesta nella serata peggiore: la sconfitta in casa contro la Fiorentina (1-3) ha rimesso al centro del villaggio la discussione su cosa era, cosa è diventata questa squadra, perché, di chi è la colpa e come si esce da questa situazione d'impasse frustrante.

Il match di domenica sera al Maradona poteva (e doveva) rappresentare uno snodo cruciale della stagione alla vigilia della sosta: dare continuità ai risultati, battere una diretta concorrente in classifica, offrire un segnale tangibile al campionato (in un momento in cui lassù c'è grande equilibrio), mostrare che un passo in avanti rispetto ai balbettii iniziale era stato fatto e che si era, finalmente, imboccata la strada maestra.

Invece, no. Proprio la reazione di Politano verso Rudi Garcia chiarisce come gli azzurri sia finiti in un cul de sac, implosi, smarriti dalle scelte e dai metodi di un allenatore con il quale non c'è empatia, confusi da un'estate in cui la macchina perfetta che aveva portato allo Scudetto ha perso pezzi importanti.

Anguissa costretto a uscire per un problema muscolare alla coscia sinistra.
Anguissa costretto a uscire per un problema muscolare alla coscia sinistra.

Via Spalletti, che ha lasciato un'impronta indelebile perché era riuscito a trovare il giusto equilibrio per una rosa che resta di qualità molto alta e adesso non si riconosce nel nuovo pigmalione. Via anche Giuntoli con l'idea che, in fondo in fondo, quel "sono io il vostro Cavani" potesse essere cucito addosso alla squadra senza troppi fronzoli perché "sono io io vostro Luciano" e ancora "sono il vostro direttore sportivo".

Evidentemente non è così. La scelta oprata dal presidente, De Laurentiis, al momento s'è rivelata sbagliata. E il malumore che serpeggia in seno al gruppo è come la pentola a vapore che ogni tanto sbuffa e fa barcollare il coperchio. L'ultimo episodio fa riferimento a Politano che al 12° del secondo tempo prende male la sostituzione e sembra lo mandi a quel paese. Un cenno che pochi hanno visto ma ha fatto molto rumore anche alla luce dei precedenti.

La posizione in campo di Raspadori fa discutere ancora una volta.
La posizione in campo di Raspadori fa discutere ancora una volta.

Garcia lo toglie per inserire Cajuste, poco prima aveva cambiato Anguissa (infortunato) e messo al suo posto Raspadori a fare una vita da mediano su Arthur. Ecco perché, al netto di emozioni personali, la sbracciata palese dell'estern' d'attacco dà l'idea della poca convinzione, fiducia, comprensione nei confronti di un tecnico che sorprende (diciamo così) con le sue decisioni in corsa. Tirerà fuori anche Osimhen, che a differenza dell'ultima volta abbandonerà il campo senza fare clamori, standosene buono buono in panchina, salvo alzare lo sguardo al cielo dopo la rete dell'1-3 e il triplice fischio.

Osimhen assiste impassibile alla sconfitta degli azzurri contro la Viola.
Osimhen assiste impassibile alla sconfitta degli azzurri contro la Viola.

"Dobbiamo evitare certi tipi di atteggiamenti – le parole del capitano, Di Lorenzo -. In questo momento fanno più clamore (disse anche in occasione della reazione di Osi a Bologna), è una cosa che non va fatta, serve rispetto per chi entra, per la scelta dell’allenatore. A caldo ci può stare una reazione ma ne stanno accadendo un po' troppe e questo non va bene".

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