Il Barcellona ce l’ha fatta: registrati i contratti, ma ha dovuto vendere un altro pezzo del suo impero
Non è come recarsi al monte dei pegni per racimolare soldi privandosi di oggetti personali ma l'esempio è abbastanza efficace. Nell'immediata vigilia dell'inizio del campionato, il Barcellona trova i capitali necessari a perfezionare il tesseramento di quattro calciatori che aveva ingaggiato nelle scorse settimane e di cui non aveva potuto registrare i contratti per le difficoltà finanziarie e il tetto salariale imposto dalla Liga.
Clamorosa l'indiscrezione secondo sui addirittura Kessié e Christensen, che in blaugrana erano arrivati a costo zero, avrebbero potuto svincolarsi a costo zero usufruendo di una clausola inserita nel loro contratto. Non sarà così resteranno in Catalogna. Oltre all'ex milanista e all'ex Chelsea sono stati depositati anche i documenti relativi a Lewandowski, Sergi Roberto e Dembélé (in questo caso si tratta di rinnovi). Tutti saranno regolarmente a disposizione di Xavi contro il Rayo.
Tutti meno uno. Si tratta di Jules Koundé, ex difensore centrale del Siviglia, che dovrà attendere la prossima leva per subentrare in rosa. Potrà accadere solo a due condizioni: o che il Barça riduca ulteriormente il suo monte ingaggi oppure – ed è questa la strada più battuta – che si liberi un posto attraverso la cessione di Braithwaite, Umtiti, Frenkie de Jong, Dest oppure Aubameyang.
Finito? Niente affatto. I blaugrana hanno messo in piedi un'operazione articolata con il Chelsea. Anche in questo caso perché si perfezioni serve che ‘uno valga uno'. La proposta di trasferimento di Marcos Alonso è sospesa fino a quando non verrà risolta la situazione spinosa di Frenkie de Jong e del suo contratto dorato: in buona sostanza, non ci sarà via libera alla partenza del laterale a meno che l'olandese – che piace al club di Stamford Bridge – non dia il proprio assenso.
Dove e come ha fatto il Barça a trovare i milioni necessari? Attraverso la vendita di un altro 24,5% di Barça Studios, finito nelle mani della società Orpheus Media di Jaume Roures (co-fondatore di Mediapro). Si tratta di un altro pezzo dell'impero mediatico dei catalani che avevano già ceduto un'altra quota del 24,5% a Socios.