Il Barcellona blocca Cancelo in aeroporto con una motivazione sconcertante: “Non partire più”
Joao Cancelo era già in aeroporto a Lisbona e attendeva d'imbarcarsi sul volo che lo avrebbe condotto a Barcellona. Due giorni fa c'era stato anche lo scambio di documenti, il calciatore aveva prenotato il viaggio verso la nuova destinazione. Qualcosa, però, va storto. Il meccanismo s'inceppa per un motivo sconcertante. Gli arriva una telefonata e resta di ghiaccio: "Non partire più". Dall'altro capo del filo c'è un incaricato del Barcellona (club che lo avrebbe rilevato con la formula del prestito con diritto di riscatto), gli spiega che la società non può ancora formalizzare il suo ingaggio. Perché? Non ci sono fondi in cassa a sufficienza per coprire l'operazione.
Il difensore portoghese è stupito, confuso: cosa è successo? com'è possibile se ne accorgano solo adesso? Null'altro può fare che tornare a casa, in Portogallo, dove si trova da circa una settimana con il permesso del Manchester City (detentore del suo cartellino). Aspetta e spera che la matassa si sbrogli e che l'affare – pianificato e, di fatto, chiuso – non salti sul gong della sessione di calciomercato. A raccontare i dettagli della vicenda tanto grottesca quanto spiazzante è The Athletic, venuto a conoscenza dell'incredibile intoppo grazie a una soffiata giunta da una fonte interna ai catalani (che ha preferito restare anonima).
Possibile che i blaugrana abbiano fatto male i conti? Sì. O meglio, se la quadra dal punto di vista economico manca è solo per la ricezione tardiva di alcuni introiti derivanti da un accordo commerciale chiuso in questo mese con Libero Football Finance. L'azienda tedesca si è giustificata sostenendo che in realtà il mancato versamento della somma pattuita è legato a una modifica contrattuale richiesta dal Barça (un anticipo del versamento rispetto alla scadenza inizialmente prevista di ottobre-novembre), particolare burocratico che ha inevitabilmente differito tutti i tempi dell'accordo.
I vertici catalani sono corsi ai ripari. Materialmente, i soldi per prendere Cancelo non ci sono e allora per evitare sia la figuraccia (più di quanto la contingenza degli eventi non induca già a pensare) sia di perdere il calciatore presidente (Joan Laporta) e tesoriere (Ferran Olive) sono pronti a mettere la loro firma a garanzia di un prestito bancario da 20 milioni di euro per disporre del capitale necessario. È la terza volta nel giro di un anno che hanno fatto ricorso a un espediente del genere e tanto a basta a scandire qual è lo stato disastroso delle finanze dei catalani.
Cosa succede adesso? Il copione è lo stesso che ha caratterizzato tutta la gestione della sessione attuale di mercato: sbloccare poco alla volta le singole posizioni dei giocatori in rosa (Gundogan e Araujo sono solo alcuni degli esempi) o attraverso cessioni oppure trovando i fondi necessari per rientrare entro i parametri fissati dalla Liga (rapporto tra le entrate e il monte ingaggi). Ecco perché al momento l'affare Cancelo è sospeso in un limbo anche se il Barça fa sapere che la situazione sarà presto risolta e saranno rispettate le scadenze del calciomercato.